"Amore...le tette sono carine, ma io preferisco di gran lunga il tuo cazzo"
Non ero mai stata con una donna. Ma Offa, si può considerare davvero come qualcosa di diverso da me? Ha il mio odore, il mio sapore, sa cosa mi piace e come mi piace. In pratica, è come masturbarsi con una bambola che ti somiglia e ti legge nel cervello. E tuo marito nel mezzo, che prende solo il meglio da questa esperienza. Lo ammetto, all'inizio ero gelosa. L'idea che toccasse un altro corpo, che si prendesse i suoi sospiri oltre che i miei. Ma è anche che sono una piccola nube di ormoni impazziti, sono gelosa anche della cameriera baffuta del bar sulla statale dove prendiamo le ciambelle. Insomma, non proprio una bellezza latina, quanto una nutria obesa e dai capelli bisunti. Si, sono gelosa pure di lei, ok? E' stata Aria, a convincermi a lasciarmi andare. Male non poteva farmi, e lei è parte di me. Non come una sorella, o come una figlia...ma come una mano, un piede. Un prolungamento del mio corpo. Inoltre Offa rompeva le palle. Giustamente, corpo da donna, tendenza al libertinaggio, voleva sperimentare il sesso anche in questa nuova forma. A quanto pare le è piaciuto. Ed io...beh, in tre è sicuramente divertente. Davvero. Però non vado pazza per la patata, sono per altri tipi di ortaggi.Ortaggio, singolare. Quello di mio marito è più che sufficiente. Ciò che mi chiedo, però, è se anche lui sarà di questo avviso una volta terminata l'esperienza. Perchè terminerà, poco ma sicuro, Ofelia non può rimanere in queste condizioni a lungo. A momenti si scopava un vampiro in negozio. Infine, qualsiasi cosa capiti al suo corpo si riflette sul mio. Non è esattamente sicuro andare in giro con una svampita e sventata ragazzina stravolta dagli ormoni. Però, mi chiedo...e se una volta provato il menage a trois volesse ripeterlo sempre ed io da sola non gli bastassi più? Non capisco perchè ogni cosa positiva che mi accade deve tirarsi dietro almeno tre conseguenze negative. Probabilmente, però, è quest'ansia da gestazione a rendermi il tutto complicato e a farmi concentrare su problemi che in realtà non esistono. Credo. Forse. Non lo so. Fanculo. Niente alcol, niente sigarette. Qualsiasi persona normale di mente, impazzirebbe.
Si sono consumati a vicenda, e divorati, presi con quella fame che li contraddistingue e che segna ogni loro rapporto da quando si conoscono. Ofelia è rimasta a giocare coi corpi dell'una e dell'altro, finchè non ne ha avuto abbastanza, decidendo di dedicarsi ad un'altra delle sue grandi passioni terrene: la doccia. Ci passa le ore, li sotto, ridacchiando felice e canticchiando serena, giocando con l'acqua come una sirena strappata al mare e alle onde. Kim e Neal, invece, sono rimasti appiccicati a letto, poco intenzionati a lasciar scemare quella voglia che era risalita prepotente e arrogante, senza altro in mezzo che non fossero i loro corpi. Sudati, accaldati, eccitati. Pronti a fondersi, nuovamente, in una soluzione priva di capo e coda, un continuo di piacere e ansiti. Finchè Kim non ha tirato fuori le unghie, letteralmente. Frenetica, ha affondato le stesse nella carne dell'uomo, tracciandogli addosso, in tratti spezzati e vermigli, il proprio nome. Sul petto, tra l'odore del sangue e combattendo strenuamente contro il rimarginarsi delle ferite, sulla pelle olivastra del mannaro ha fatto sbocciare le lettere necessarie a comporre "Kim", rivendicando il possesso di quel corpo molto meglio che se avesse usato decine e decine di futili, inconsistenti, parole. Certe pretese, la ferocia e la dispoticità con cui Kim le avanza, sembrano sempre avere un certo effetto sull'uomo
"Davvero, vuoi giocare a farci male? E vedere chi appartiene a chi?" Neal ha ringhiato, poco prima di rigirarla sul letto, e spingersela contro da dietro, avvolgendo il palmo attorno ai suoi capelli, neanche fosse un nastro di seta scura, una corda come un'altra da usare nei loro giochi, per sentirla più vicina, più sottomessa, più sua. Ancora.
L' uomo che le ha lasciato lividi viola, sulla pelle chiara, e che poco prima la prendeva con violenza è lo stesso uomo che le passa i polpastrelli addosso, adesso, col timore reverenziale che un monaco riserverebbe alla delicata statua in porcellana di una piccola, eterea, Madonna. Nello sguardo del mannaro, mentre le bacia piano la spalla e risale lungo la gola, fino a trovarne le labbra, c'è racchiuso un universo di delicatezza, e di tenerezza. Placato l'istinto, l'appetito, è l'amore ad affiorare dalla crosta di quell'armatura di indisponenza e cinismo che si porta dietro. In ogni suo sguardo, in ogni suo sorriso, c'è quel calore che Kim cercava, nei freddi inverni passati in solitaria. E la rassicurazione, in fondo a quegli occhi, che non esiste acrobazia sessuale o aura incarnata in grado di allontanarlo da lei. Qualsiasi cosa accada, qualunque persona arrivi nelle loro vite, si appartengono cosi intimamente che non è possibile distinguere il punto di giunzione tra le loro anime, quando stanno cosi vicini.
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Bon Temps - Giugno
Kim si è sentita male in negozio. Talmente male che Ofelia ha dovuto chiamare Neal, sotto sua richiesta, perchè l'andasse a prendere. E il marito si è precipitato, portandosela via, a casa. Ha capito che non era qualcosa di prettamente fisico quando l'ha guardata in faccia, ed ha letto nello sconvolgimento del suo sguardo tutta l'angoscia che le avvolgeva fittamente i pensieri. Se l'è portata in veranda, una volta a casa, stabilendosi sul dondolo che da sul giardino. Ofelia è stata mandata dentro dal mannaro, a scongelare una classica porzione di lasagne preconfezionate, mentre lui seduto tiene Kim addosso a sè, in un abbraccio non troppo opprimente. La sente più tranquilla, lo avverte dal modo in cui il cuore di lei batte contro al proprio, e lascia scivolare una mano sul pancione, in un'ampia carezza. Si è talmente placata al punto da appisolarsi, cullata dal dondolare sommesso e dal tepore piacevole del corpo di Neal, dal suo odore. Quando apre gli occhi, per guardarlo, una fessura azzurra e assonnata va a posarsi nello sguardo attento e concentrato di lui, quasi bastasse quello a chiederle cosa fosse successo. Non le dice niente, però, perchè il cuore di Kim ha di nuovo cominciato a battere all'impazzata. L'ansia è qualcosa che non riesce a controllare bene in questo nuovo stato in cui si trova, si è capito. Lui si limita a spostarle via i capelli dal collo, a rinsaldare la presa del braccio intorno a quel corpo che muta, giorno dopo giorno, scalpita di vita. E a dare più slancio coi piedi al dondolo, per riprendere a cullarla. Non può cancellare quello che lei ha visto - qualsiasi cosa fosse - ma può indicarle l'orizzonte, dove pennellate arancioni stingono in un cielo viola, e le stelle si accendono una ad una. Può riempirle lo sguardo di bellezza, sapendo che la mente rimuginerà sull'orrore ancora a lungo.
Molte cose sono successe, in quest'ultimo periodo, e non tutte meravigliose. Jeanne si sta radicando nel mio cuore, con la facilità con cui l'edera si arrampica su di un tronco forte, vigoroso. Non ho approvato ciò che ha fatto ad Hallan, e il fatto che me l'abbia tenuto nascosto. Ma più affondo le dita, nel suo passato, più emerge prepotente e netta la somiglianza tra i nostri vissuti. Amarezze e delusioni, omicidi e perdite. In lei, questa tristezza, si è ricamata nello sguardo, tremante di solitudine e di malinconia. In me è sfociata in altro, in un desiderio smisurato di vita, di gioia, di rumore. Qualcosa di talmente intenso da fare male alla bocca dello stomaco. La stessa intensità che lei pone nel ricercare la vendetta, io l'ho impiegata nel tentare di andare avanti, di rubare la felicità di bocca a chiunque mi capitasse a tiro. Siamo diventate più forti, io e lei, e abbiamo trovato una nostra nuova dimensione. Joy, Rahsan e lei vengono a casa mia e insieme, nel bosco, ci alleniamo o celebriamo i riti sacri ai nostri spiriti. Onoriamo la vita, onoriamo la morte. Di sicuro non ci scopiamo su un vecchio divano mentre ci facciamo foto col fottuto telefonino. Di sicuro non tentiamo di stuprarci, o di ucciderci. Non so se farò di nuovo parte di una Coven, un giorno, perchè dopo la delusione ricevuta non ho motivi validi per desiderare di prendere un'altra inculata. Ma questi appuntamenti con le ragazze, la quotidianità con cui ci sentiamo, lo studiare e il crescere insieme...hanno, indubbiamente, il loro fascino. Una sensazione di piacevolezza che mi riesce impossibile non provare. Adesso stiamo finendo di mettere a punto un rito per far ritornare la aure al loro stato originale. A breve, Offa se ne andrà. Mi mancherà intrecciarle i capelli la mattina, e le sue buffe premure. Anche se per portarti un'aranciata te la butta addosso, anche se cucina peggio di me. Mi mancheranno le sue domande incessanti, come il battere della pioggia sui vetri, e l'interesse che metteva nell'ascoltare ogni spiegazione. E sono sicura che mancherà anche a Neal. Quel borioso lupastro si è affezionato. Non lo ammetterà mai, ma patirà il fatto di non poterla più vedere e sentire in un certo modo. Per cui, ci stiamo ingegnando. Abbiamo confezionato dei doni, per lui, e stiamo preparando una mini - cerimonia casalinga, per festeggiare il suo nuovo ruolo di capo branco. Si, perchè il signorino si è presentato nuovamente vestito di sangue e sprazzi di frattaglie, annunciando glorioso che era diventato capo branco e che una nuova minaccia incombeva su di lui e i lupi. Certe volte, mi chiedo se non ci provi godimento, ad avere dei problemi. E se riflette mai, prima di venirmi a dire cose tipo "Sai, stavo per morire".
"Ma insomma donna, sono il capobranco dovresti dirmi..non so'...oh che bello ho un marito lupo ultrafigo, non SEI FERITO. Va bene, comunque non sono ferito..ma quel demente mi ha dato un pugno sulle palle. Le mie palle puoi romperle solamente tu e l ho fatto presente mangiandolo. Ti amo"
"OH SCUSA SE MI PREOCCUPO CHE MIO MARITO POSSA AVER PERSO UN BRACCIO NEL MENTRE E NON VADO A SUBITO A COMPRARE DEI FUOCHI D'ARTIFICIO! Sciocco lupastro, mi è preso un infarto...ok, non sei ferito. Stai bene. Hai fatto bene ad ucciderlo, solo io posso toccarti le palle. Comunque non preoccuparti se fai tardi, io non sto più male e poi c'è Ofelia con me. Festeggia pure con il branco. Quindi...io adesso sono la moglie di un capo branco. Che si è guadagnato il posto in battaglia. :3 Dio, come suona bene.
Sono davvero tanto fiera di te. Cazzo le altre zingare sarebbero morte d'invidia a sapere che sto con uno così forte e potente. Ti amo tanto anche io. Se quando torni dormo già (probabile visto che da quando sono incinta ho il sonno leggero) svegliami che voglio sentire com'è andata. Ti ho lasciato la cena in caldo, in forno"
"Tu sei per prima cosa la moglie di un marito che e' pazzo di te e che darebbe la sua vita per te. Poi sei la moglie di un lupo che ti proteggera' ogni giorno della tua vita e ti fara' sentire davvero al sicuro..e poi di un capobranco. Visto, Aly e Jackson ti adorano.. sono stato contento che li hai conosciuti..la prossima volta ti faro' conoscere anche gli altri al LouPine, e' gente in gamba ed anche molto grossa, sono sicuro che sarai più tranquilla a sapermi in mezzo a certi tipi. In ogni modo festeggio con gli altri perchè se lo meritano e perchè mi pare piu che giusto fa' baldoria, ma poi voglio festeggiare anche con la mia donna..ho voglia di scoparti forte"
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"I cuccioli stanno crescendo e la tua pancia anche. Anche se e' bellissima eh. Li sento in maniera nitida muoversi sotto i miei palmi, e sono sicuro che anche loro sentono me. Credo che gli piaccia quando gli parlo e quando mangiamo il cioccolato insieme. Non vedo l'ora che anche loro, come Offa, prendano vita in maniera ben piu plateale di questa. Saranno la cosa piu bella della mia vita, e la cosa piu grande che tu possa regalarmi..anzi, in realta' gia lo sono. Insieme a te. Dalla fine della prossima settimana avevo intenzione di rimanere a casa con te, rimandero' i lavori fin dopo il tuo parto."
"Ma insomma donna, sono il capobranco dovresti dirmi..non so'...oh che bello ho un marito lupo ultrafigo, non SEI FERITO. Va bene, comunque non sono ferito..ma quel demente mi ha dato un pugno sulle palle. Le mie palle puoi romperle solamente tu e l ho fatto presente mangiandolo. Ti amo"
"OH SCUSA SE MI PREOCCUPO CHE MIO MARITO POSSA AVER PERSO UN BRACCIO NEL MENTRE E NON VADO A SUBITO A COMPRARE DEI FUOCHI D'ARTIFICIO! Sciocco lupastro, mi è preso un infarto...ok, non sei ferito. Stai bene. Hai fatto bene ad ucciderlo, solo io posso toccarti le palle. Comunque non preoccuparti se fai tardi, io non sto più male e poi c'è Ofelia con me. Festeggia pure con il branco. Quindi...io adesso sono la moglie di un capo branco. Che si è guadagnato il posto in battaglia. :3 Dio, come suona bene.
Sono davvero tanto fiera di te. Cazzo le altre zingare sarebbero morte d'invidia a sapere che sto con uno così forte e potente. Ti amo tanto anche io. Se quando torni dormo già (probabile visto che da quando sono incinta ho il sonno leggero) svegliami che voglio sentire com'è andata. Ti ho lasciato la cena in caldo, in forno"
"Tu sei per prima cosa la moglie di un marito che e' pazzo di te e che darebbe la sua vita per te. Poi sei la moglie di un lupo che ti proteggera' ogni giorno della tua vita e ti fara' sentire davvero al sicuro..e poi di un capobranco. Visto, Aly e Jackson ti adorano.. sono stato contento che li hai conosciuti..la prossima volta ti faro' conoscere anche gli altri al LouPine, e' gente in gamba ed anche molto grossa, sono sicuro che sarai più tranquilla a sapermi in mezzo a certi tipi. In ogni modo festeggio con gli altri perchè se lo meritano e perchè mi pare piu che giusto fa' baldoria, ma poi voglio festeggiare anche con la mia donna..ho voglia di scoparti forte"
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"I cuccioli stanno crescendo e la tua pancia anche. Anche se e' bellissima eh. Li sento in maniera nitida muoversi sotto i miei palmi, e sono sicuro che anche loro sentono me. Credo che gli piaccia quando gli parlo e quando mangiamo il cioccolato insieme. Non vedo l'ora che anche loro, come Offa, prendano vita in maniera ben piu plateale di questa. Saranno la cosa piu bella della mia vita, e la cosa piu grande che tu possa regalarmi..anzi, in realta' gia lo sono. Insieme a te. Dalla fine della prossima settimana avevo intenzione di rimanere a casa con te, rimandero' i lavori fin dopo il tuo parto."
OK, anche se mi vergogno come un cane a dirglielo, perchè mi sento una bimbaminkia di tredici anni, quando mi arrivano sti sms mi si scioglie qualcosa, all'altezza della gola. Non è catarro, ne sono sicura. E' che...boh. Non sono abituata. Sono abituata ai mariti violenti. Alle donne che si fanno il culo durante tutta la gravidanza, continuando a pulire per terra come se non vi fosse un pancione d'ingombro, in mezzo. Sono abituata all'idea che l'uomo non se ne curi più di tanto. E invece...invece lui si interessa. E non solo dei bambini, ma di me. Non mi fa fare quasi nulla. Se salgo sulla scala per pulire i vetri viene a recuperarmi tirandomi per l'orecchio. E poi mi brucia la scala. Cosi non posso più salire. L'idea che si prenda del tempo, per assistermi, mi fa venire i brividi. No, no non di orrore (anche se, Cristo, quando si mette a cucinare lui altro che brividi, la cucina sembra uscita da un set di Dario Argento). Mi da premure a 360°. Che si tratti di sequestrarmi il cellulare quando Joseph manda messaggi che mi innervosiscono, o semplicemente di riempirmi il soffitto di palloncini, e il frigo di burritos. Sarà un buon padre. Uno di quelli che adorano la propria famiglia. E stento a credere che sia lo stesso ragazzo che aveva il labbro spaccato, quella sera, e che si è fatto medicare solo con l'idea di riscattarsi un bacio. La pancia continua a crescere, i disturbi ad aumentare. Però, adesso, i bambini fanno compagnia con un mare di calci e scossoni. Adesso si sentono, nitidamente. E mi ritrovo a sognarli, la notte, ed hanno qualcosa di entrambi.
La faccia da cazzo del padre, il culo della madre. Dio, che figli fighi che avremo.
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