Dov'ero un anno fa? Cos'ero, un anno fa?
Se guardo bene nello specchio, dietro l'azzurro dei miei occhi, mi rivedo dormire a terra, tra polvere e scatoloni. Eccomi li, imbrogliare passanti facendo credere loro che tutto ciò che vogliono, dalle proprie vite, tutte le risposte, le soddisfazioni, le rivendicazioni, sono scolpite sull'epidermide delle loro mani. Sono vestita di silenzi e di abiti altrui, ho addosso stracci che rammendo io stessa e che recupero un pò dove capita.
Eccomi li. Sola.
Eppure, sempre di buon umore, e con la curiosità aggrappata alle mie gambe, neanche fosse una bambina timida e capricciosa. Piena di paure che nascondevo nel rumore dei miei ninnoli, tra le pieghe delle mie gonne, nel fumo delle sigarette perennemente incastrate tra le mie labbra.
Un anno fa ero sempre io, ancora chiusa in una crisalide di ignoranza, cosi attaccata a quella libertà e a quella vita, da non potermi permettere il lusso di avere dubbi, malinconie, radici. C'era tutto quello che c'è ora. C'erano facce, battute amichevoli, c'erano scopate, ubriacature, persone di merda. Eppure niente, davvero, è come allora. Niente che valesse la pena di restare in mente, di appendermi addosso come il migliore degli abiti, di cucirmi nei pensieri a crudo, senza anestesia. Era tutto cosi semplice, allora, cambiare tutto con la tranquillità e la spensieratezza con cui cambia il vento. Finchè, il mio cielo, non si è riempito di piccole stelle. E da Maestrale, io son divenuta sorgente.
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Ma sei sicura che stai bene? Se lo avessi saputo prima mi sarei mosso io...Lascia, faccio io
Sei gentile
Mia madre mi ha insegnato che bisogna portare rispetto agli anziani e agli invalidi.
Guarda che mi sono tolta le scarpe per prenderti a taccate in fronte eh! E se non muori per la botta muori per la puzza. Bada bene ai termini che utilizzi
Era detto in via generale. E poi...Non profumano di fiori le donne, di solito?
Le donne. Non i piedi delle donne. Hai mai letto un Ode al Profumo dei piedi femminili?
E come no? Esiste tutto un feticismo attorno ai piedi. Ma questo significa che mi hanno mentito. A questo punto dovrò pensare che quando andate in bagno...Perchè andate in bagno, vero?
Saltuariamente, e solo per emettere piccole nuvolette di glitter rosa che profumano di magnolia e suonano come la risata di mille unicorni
Con Hallan è stata empatia, sin dall'inizio. E' quel tipo di persona che vorrei aver conosciuto tanto, tanto tempo fa. Il compagno di giochi con cui stare a guardare le nuvole sul prato, a testa in su e piedi nudi. Quello che brontola quando ti spogli troppo, ti trucchi troppo, quando gli altri ti guardano, troppo. Lui borbotta spesso. Assomiglia a un gattino selvatico, tira indietro le labbra a mostrare dentini da latte e un soffio afono, credendo di metterti in guardia. Gli capita anche di graffiare, se proprio lo importuni nel modo sbagliato. Ma che volete che sia, il graffio di un gattino? Oh, e poi è il mio primo allievo. Gli sto insegnando a leggere i tarocchi, i fondi di tea, le rune...i portafogli delle persone. Non è male, ha solo bisogno di qualcuno che lo rassicuri, che abbia fiducia in lui, che lo spinga avanti. Sono bravissima a spingere, modestamente. Un altro vichingo, nella mia vita, sebbene sia molto diverso da Joseph. Più insicuro, più incazzoso, più malinconico a tratti. E permaloso, terribilmente permaloso. Stranamente, però, sembro andare d'accordo con soggetti simili. Riesco a prendermici, e a trattarli nel modo giusto. Di tanto in tanto, mi capita pure di farlo sorridere. Chissà, magari strappo quella testolina bionda a cupi pensieri. Anche se solo per qualche ora, per pochi minuti. Stuzzicarlo è qualcosa di estremamente sfizioso. Quando parlo di "stuzzicarlo" non intendo quella pratica, comune a molte donne, in base alla quale in quanto femmina, per divertirti, tu ti senti in diritto di gettarla in faccia a chiunque ti respiri vicino, tirandola indietro quando il qualcuno in questione allunga la mano. Assolutamente, con lui non è cosi. E' un rapporto goliardico, di pancia. Hallan è il tipo con cui andrei a correre lungo l'argine di un fiume, per vedere chi arriva prima ad un albero, un cespuglio. Tentando, durante tutto il tragitto, di gettarlo in acqua con una spallata. Finirebbe a sassate, lo so già. Ma quanto sarebbe divertente!
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Neal ha mugolato nel sonno, e Kim si è girata a guardarlo. Quel sorrisetto soddisfatto la dice lunga sul tipo di sogno che stia facendo. Oddio, in realtà anche il lenzuolo sollevato ad altezza bacino, la dice lunga. Molto, molto lunga. Ma lei è anche certa che qualsiasi porcata il mannaro stia mettendo in atto al momento, non ci sia lei come co-protagonista. Ma un uomo. Pardon. Un vampiro. E quando a Neal sfugge una frase del tipo "Uh, capelli rossi..." a lei viene da ridere. Soffoca, lo scoppio di allegria, dietro il palmo della propria mano. E poi si china a poggiare un bacio, su quelle labbra cosi calde, e invitanti. Sa che domani mattina, quando si sveglierà (posto che non si svegli nel cuore della notte, terrorizzato ed eccitato insieme) ricomincerà ad avere crisi mistiche, a sbraitare contro i gay che sono infettivi, a cercare in lei certezze in merito alla propria eterosessualità. E sa anche che sarà davvero, davvero divertente rassicurarlo. Non tutto il V, vien per nuocere.
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Anche io ho un regalo per te!
Dunque dunque dunque...mi hai portato un uovo di drago scozzese?
No, le avevano finite quelle, però è sempre un pezzo di creatura fantastica
Ma come...ed io che già mi vedevo fendere i cieli a dorso del mio potentissimo drago sputafiamme! Ma...Un pezzo di fata! E' splendida, davvero
E' un pezzo di me, così puoi tenermi sempre con te
Io ti tengo sempre, con me, anche senza avere un tuo oggetto. Tutte le persone che amo, sono sempre con me
Mentre il cielo respirava i nostri stessi respiri, succhiando via il fumo odoroso e aromatico dalle nostre bocche, ed il sole tramontava sui nostri corpi, pigri e tiepidi come quelli dei gatti d'estate, sdraiati sull'asfalto alla ricerca di ozio e calore, Jude continuava ad allenarsi. Ha rotto una bottiglia di birra, nell'apprendere quel nuovo potere, impregnando di malto alcolico il plaid su cui entrambi eravamo appollaiati. Tutto sommato, un piccolo sacrificio, per ottenere qualcosa di grande. La padronanza di un nuovo, affascinante, potere. Pare ieri, che intrecciavo i capelli di Joseph a casa mia, rassicurandolo sul fatto che Jude gli voleva bene, e che avrebbero fatto la pace. Ed ora si sposano. Si sposano, capito? Fanno una famiglia, tutta loro. A me non frega un cazzo se questo Stato merdoso non riconosce simili unioni, non sono molto legata alle leggi ed ai codici della Louisiana. Di qualsiasi altro stato, americano o europeo, in realtà. E credo che non serva un cazzone in cravatta inamidata e baffo unto di salsa agrodolce a sancire certe nuove unioni. Non lo sanno, ma si sono già sposati. Dal momento in cui si sono detti si, con la mente prima ancora che con le parole. E trovo che insieme siano una magnifica coppia. Jude cosi schietto, come quando metti in bocca una verdura cruda, croccante, e il sapore intenso e privo di artifizi ti riempie le mucose, ti convince che ne vuoi ancora. Se io nelle vene ho aria ed acqua, lui ha mille lucciole impazzite, e riflettono sulla sua pelle un calore e una luminosità tali da renderlo incredibilmente affascinante. Lo sento trattenersi, delle volte, e abbandonarsi alla curiosità in tante altre. Come se fosse in bilico, tra ciò che pensa non potrebbe fare, osare, desiderare nella sua vita, e ciò che vorrebbe, potrebbe, prenderebbe anche subito. Come se fosse, da poco, scappato da una prigione di Stato ma continuasse ad indossare un orribile tuta arancione, e al piede sfoggiasse palla di ferro e catena. Oh beh, fanculo, io sono bravissima a rompere le palle. Figuriamoci le catene. Penso che Joseph, da questo punto di vista, gli faccia un gran bene. Ed è bello pensare che lo tenga per mano, durante tutte le sue prime esperienze. Dal canto mio...sono l'amica che ti arriva dietro le spalle, quando sei sul trampolino, e ti da una pacca per buttarti giù. Ma, prima, ti afferra la mano. E cade con te. Mentre tu bestemmi, io urlo e rido. Jude, da un lato, che mi prepara le canne mentre io gli preparo una nevicata di soffioni. E Joseph, dall'altro lato. Come quei gelati su stecco. Superficie liscia, al cioccolato, croccante sotto ai denti eppure cosi essenziale, cosi pulita, cosi sobria. E poi la crema, dolce, avvolgente, ricca ma non abbastanza da stufarti, all'interno. Lui che potrebbe infierire e approfittare delle emozioni che sento e che non amo rivelare, ma che si specchiano mio malgrado in Offa, e che però si chiude in rispettosi silenzi, attendendo che sia io a parlargli delle mie gioie, dei miei dolori. Joseph che, come le nuvole bianche e spumose delle giornate estive, segue da lontano i disastri che combino, plasmandosi in forme meravigliose solo per farmi sorridere, negandomi la grandine, regalandomi tutta la pioggia di cui la mia anima di Elementale ha bisogno. Qualcuno con cui dividere la sete di conoscenza, i tormenti e i piaceri di questa vita. Qualcuno che si è fidato di me quando non ero altro che un grazioso mucchietto di stracci, ansietudini e "io non voglio fare questo". Neal dice sempre che è sciocco, che io voglia cercare mio padre. Perchè non è un padre, è solo qualcuno con cui condivido i cromosomi, e nessun ricordo, nessun passato, nessun momento. Con Joseph non condivido il patrimonio genetico. Ma, tra tutti, è quello che sento più vicino a un fratello. Minore o maggiore, non importa. Siamo una famiglia, a modo nostro.
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* Quando Aria si è svegliata, ieri notte, ha trovato il solito ragazzino vergine (sempre lui, non s'è sverginato) che Neal e Kim pagano quando viene lei. Sulla fronte ha attaccato un post it, e tra le mani tiene una rosa *
Colazione in bara per la mia piccina. Spero che tu stia meglio, babbo ha avuto un piccolo problemino ed è strafatto di V, quindi fossi in te lo eviterei per qualche giorno. Se hai voglia di un pò di coccole mi trovi nel capanno.
Mamma
"Grazie per il ragazzino!!! E per la rosa, ne avevo decisamente bisogno *_* Dopo verrò a palparti un pò nel capannone, alla faccia di babbo che fa il drogato e prende il sangue da altri Vampiri è___é"
"Non è stato voluto. Un vampiro l'ha attaccato, e babbo quando si difende indovina cosa fa? u.u Morde. Coff. Fortuna che non s'è fatto niente >.> Tu stai un pò meglio?"
"Un Vampiro? Ma è ancora vivo quel Vampiro??? Lo cerchiamo subito èé Si in effetti mordere un vampiro...Dopo gli manderò un messaggino. Io si. Sta settimana ho avuto una brutta lite con un amico, e mi ha scombussolata completamente"
"No u.u'' è proprio per quello che è tornato drogato. L'ha smangiucchiato, e non poteva proprio fare a meno di berne il sangue insomma XD Immaginavo avessi qualche problema, quando vieni a dormire in camera tua senza preavviso di solito è per quello. Vuoi parlarne un pò? Vuoi che lo picchi?"
Certe volte, Aria, mi da pensieri. Gli stessi che darebbe una figlia adolescente ad una madre anziana. Mi ritrovo a chiedermi chi cazzo siano le persone che frequenta, con apprensione e preoccupazione, immaginando loschi tipacci, luridi ometti priva di palle, puttanoni volgari. Il peggio, insomma, solo e sempre il peggio. Mi chiedo chi sia, sto vampiro che frequenta, e se non è il caso che io cominci a intagliare qualche paletto di legno. Giusto perchè il nostro giardino comincia ad essere un pò affollato. E forse, non seppelliremo mai una testa di vampiro accanto a quella del porco, ribattezzato Declan, ma c'è sempre posto per un'urna funeraria contenente liquami. E poi, il lavoro che fa. Un'armeria. No, dico...perchè non qualcosa di sicuro. Un negozio di peluche, di caramelle. Un'agenzia di pompe funebri. No. Un'armeria. Con tutti i...pazzi, psicopatici, che girano per l'america. Si, ok, è una vampira ma...è anche cosi ingenua, delle volte, cosi candida. Non voglio vederla soffrire, nè che qualcuno di questi fottuti esaltati della Compagnia del Sole provi ad avvicinarlesi. Altrimenti, fanculo, altro che sole. Do fuoco a tutti, epurazione. Ora anche sta storia dell'AVL. Massi, esponiamoci, facciamoci fare il culo random. Certe volte la incatenerei in un posto sicuro, sotto una campana di vetro, passandole ragazzini vergini da ciucciare solo attraverso una piccola finestrella. Cazzo, che discorsi da vecchia. Sarò una madre orribile. Forse è per questo che non riesco ancora a rimanere incinta. Ne ho parlato solo con lei, di questa mia ansia, faccio fatica ad ammetterlo persino a me stessa. Che succederebbe, se non potessi avere bambini? Neal mi vorrebbe ancora? Non lo so. Ma so che Aria mi rimarrebbe a fianco. Si è offerta di accompagnarmi in Ospedale, per un controllo. E a me sembra passato solo un giorno, da quando ci siamo andate per lei, a ruoli invertiti. Ricordo che ho ordinato al medico di dirle che era bellissima. Era ancora il periodo del Coglione Scozzese, e aveva l'autostima a terra. Ricordo il suo dolore, sul viso, quando le ha detto che non avrebbe avuto figli, e rammento di averla abbracciata. Era ancora viva, all'epoca, umana. E nel tenerla stretta al petto non sento il freddo che avverto ora. Ho la consapevolezza, che anche se non batte più, il suo cuore non è poi mutato troppo. L'indole è quella di sempre, forse più...selvatica. Istintiva. Ma, fanculo, sono la moglie di un lupo, posso essere la sorella di una vampira. Con le dovute accortezze del caso, certo. Magari evitando di uscire con lei quando ho il ciclo, cosi come evito di chiedere a Neal di fare due passi sotto la luna piena. Nonostante sappia benissimo quanto lei è forte, e potente, mi viene comunque naturale e spontaneo rapportarmi a lei con un fare tipicamente materno. Può apparire buffo, lo so. Ma va bene a entrambe, ci piace cosi. E a proposito di cose che piacciono...per quanto Khaleesi sia meravigliosa, temo proprio che se non riesco a combinare con quella coppia in tempi brevi, dovrò comprarle molto più che un paio di mutande. Le sta distruggendo casa. Sciocco, adorabile, cane da guerra.
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Era infinitamente semplice, mesi fa. Quando dormivo dove mi capitava, senza dover necessariamente ritornare nello stesso punto della sera prima, e di quella prima ancora. Quando non avevo camice maschili, da stirare, nè boxer da rattoppare. Non ce l'avevo neanche, un ferro da stiro. O una lavatrice. Era semplice, recuperare un pezzo di sapone e strofinare sulla maglia, sulla gonna, sulla mutanda, in una qualsiasi fontana. Senza dover controllare che il detersivo non contenesse profumi. Senza dover badare che i biscotti siano quelli col cioccolato, che la birra sia di quella marca li, quella buona, e senza macchie sul soffitto da far venire via. C'era un tempo, in cui non avevo nessuno da aspettare, e in cui non c'era bisogno di avvisare il porco di turno che un'occhiata di più al mio culo o alle mie tette gli avrebbe causato, se vista da qualcuno, una morte non troppo rapida, ma certamente sicura. Un tempo in cui non ero gelosa delle persone con cui mi capitava di scopare. Perchè dopo me ne andavo via, tanti cari saluti e ognuno per la sua strada. Un tempo in cui mi sembrava limitativo, vivere con un uomo solo, fare con regolarità determinate cose, confrontarmi con lui sul modo di gestire i miei impegni, la mia giornata. Era tutto incredibilmente semplice. Come un punto, nero, su un foglio, bianco. Cosa c'è di complicato, in questo?
...E cosa c'è, di bello, in questo? Nella semplicità , nella facilità. Nel non amare nessuno, per timore che ci feriscano, che ci abbandonino. La precarietà, non mi piace più. Ho trovato qualcosa di incredibilmente attraente, e per quanto io ne faccia uso, abuso, consumo, continuo ad esserne pazzamente attratta. Anche se questo significa avere più teste a cui badare, oltre alla tua. E significa attendere in ansia che tuo marito torni. Presentandosi a te totalmente sporco di fottuto sangue di vampiro, la maglia che tu gli hai regalato strappata, al petto, e il cazzo duro come pietra. Se significa intrecciare legami affettivi con persone che, lo sai già, ti porteranno a mettere radici, in un certo luogo. Ebbene, fanculo. La mia notte si è popolata di stelle, e sono tutte luminose, tutte brillanti. E' densa dei respiri e dei gemiti del mio uomo che un minuto prima mi ribalta sul tavolo, ed ha tanta fretta che le mutande neppure le leva, le scosta. E un minuto dopo mi guarda come se niente, oltre i miei occhi, avesse importanza. Lui mi tocca, come se avesse paura che io svanissi da un momento all'altro, scomparendo in una nuvola di fumo e vapore. E' lo stesso uomo che mi morde le cosce, con una fame ed un ringhiare che non hanno niente di umano, e che poi mi bacia piano la mattina, per timore di svegliarmi quando fuori è troppo presto. Si, dicevo, il mio cielo ha un sacco di numerose, nuove stelle. Alcune vicine, ne sento quasi il fiato sul collo. Altre un pò più lontane. Joy, e il suo inguaribile buon umore. Jeanne, gli occhi tinti di malinconia, e la risata facile se la si tocca nei punti giusti. Persone che vorrei conoscere meglio, avvicinare a me. E poi...poi c'è un'unica, grande, grossa luna. Cazzo se è grossa. Ha messo altri muscoli addosso. Talmente tanti che non gli serve davvero molto, per farmi bagnare. Gli è sufficiente sorridere, in quel certo modo che mi da alla testa, e spingersi addosso a me, inseguire il mio ansimare fin dentro le labbra, e scoparmi con lo sguardo prima ancora che col resto del suo meraviglioso, muscoloso, corpo. A differenza di ciò che pensavo, tempo fa, il matrimonio non è affatto un arrivo, un limite, una conclusione. E quando mi abbandono contro di lui, dopo che ci siamo consumati a vicenda, e presi fino a non poterne più. Quando, approfittando della stanchezza, della penombra, del fatto che siamo vicini, si mette a parlare piano al mio orecchio, dividendo con me progetti e pensieri, capisco che non sono affatto arrivata. E che ne voglio ancora, tutti i giorni, tutto il tempo. No, stavolta non parlo di sesso. Parlo di qualcosa che rimane addosso anche dopo, che resiste alle docce e alla distanza fisica. E' un nodo alla gola, allo stomaco. Ti fa vedere gli altri come, per quanto piacevoli, insignificanti. Nessuno regge il confronto, nessuno potrà mai arrivare ai livelli a cui è arrivato lui, all'intimità che gli hai offerto, e che s'è guadagnato. No, cazzo, non è solo sesso. E' il guardare assieme, verso la stessa direzione, puntare l'orizzonte. E dirsi, l'uno all'altra, che tutto ciò che si dice su di lui per noi non vale. Che forse, agli uomini, non è concesso arrivare li, su quella linea, afferrarlo e farlo proprio. Ma noi non siamo semplici uomini, e dunque...dunque possiamo ottenere ciò che vogliamo, semplicemente allungando le mani per prenderlo. Insieme.
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