martedì 8 aprile 2014

Tu che sai fare di me deserto, e sai essermi oasi



Lentamente, gli incubi hanno iniziato a diradarsi. E in mezzo al grigiore di nubi tempestose,  i suoi occhi, e il suo corpo mi sono apparsi chiari e caldi come raggi di sole . Magari è questo istinto alla vita che affiora, con prepotenza, nel tumultuoso mare di sangue che mi scorre tra le vene e che naufrago si aggrappa alle piccole cose, per evitare di annegare. Magari era l'adrenalina della serata appena trascorsa a rivelare gli incanti del mio mondo ad un pubblico interessato, tra tintinnii di catenine ed esempi estemporanei. Perchè per quanto io possa negarlo, e camuffare la mia vera essenza sotto strati di perbenismo sociale e di convenzioni, è questo ciò che sono. A mio agio tra incantesimi e tarocchi, intenta a sbirciare nella vita delle persone come una bambina sbircia il mondo tra gli spazi delle proprie dita. E non c'è delusione, non c'è uomo, non c'è devastazione che possano negarmi il brivido di piacere che sento, nell'indovinare qualcosa di qualcuno, nel leggere bene le mie carte ed azzeccare i loro segreti, i loro turbamenti. Quando sono uscita dal negozio saltellavo, da quanto ero felice, talmente accaldata di non avere l'esigenza di mettermi il cappotto mentre mi spostavo dall'ingresso alla macchina di Neal. Nel sentirmi addosso il suo sguardo, carezzarmi il corpo e scostare via i lembi succinti delle mie vesti di scena, nel notare la piega assieme sorpresa e compiaciuta della sua bocca, e il guizzo rapido e animalesco della lingua tra le sue labbra, il mio corpo rispondeva a lui in un linguaggio silenzioso, fatto di odori e consistenze. Ci siamo limitati a sfiorarci per giorni, perchè il sesso era l'ultimo dei miei pensieri e quando ne diveniva protagonista avevo sempre in testa il fatto che era andato con un'altra. E  lui mi ha aspettato. Ha dormito accanto a me con pazienza, senza fare nulla per mettermi fretta o che denotasse impazienza.
Ma l'altra sera...l'altra sera era abbastanza, per entrambi. E tra una moina e una negazione appena soffiata, tra una mano che scivola oltre il tessuto e un bacio che sboccia, in bocca, divenendo più spinto e affamato, è finito che ci siamo ritrovati. Siamo rimasti stretti, l'uno dentro l'altra, a gemere per diverse ore con la calma di chi ha davanti tutto il tempo e la voglia del mondo, e di chi ha il bisogno fisico di riscoprire l'altro, di sentirne l'appartenenza. Neal mi ha guardata, e toccata, come qualsiasi donna vorrebbe sentirsi guardare e toccare. Con l'ansia di essere scacciato, e la voglia di rimanere li, con me, per sempre.
Lui è rimasto. Noi, siamo rimasti.

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01/04 - Scambio di messaggi / BonTemps

 Post it lasciato sullo sportello del frigorifero 
"Ehi...ti ho fatto un dolce, è in frigo. Io mi vedo un attimo con un tizio della Coven al bar vicino casa, che gli devo ridare dei libri, ma poi torno da te. Puoi mangiarlo tutto, è tutto tuo. A dopo, Kim Ps ho il cell dietro Pss non lo conosci sto tizio 
Psss si, è giovane e non è malaccio, ma non è un buon motivo per ucciderlo <3"

Kim si trova al bar, e ha di fronte Miguel. Stanno chiacchierando del più e del meno di fronte ad una tazza di caffè quando il cellulare suona e lei riceve il messaggio. Ovviamente va a rispondere.

"Voglio sapere chi e' questo tizio della Coven, perche non hai usato un nome come fai di solito? E poi perche ti ci devi vedere? Quel coso colorato era buono. Ti ho lasciato un paio di smarties, ma sono scoloriti. Sono buoni lo stesso pero', ne ho mangiato uno e non era comunque male. Sono tutto orecchie."

"Perchè è nuovo, non lo conosci, si chiama Miguel. Se ti dico "mi vedo con Miguel" non miglioro le cose, ti pare? E mi ci devo vedere perchè gli ho chiesto dei libri, li ho letti, e ora glieli ridò. Ma non devo passarci tutta la serata, tempo di finire il caffè e arrivo. Mi fa piacere ti sia piaciuto :3 sono convinta che gli smarties scoloriti sono buono uguali. Sono scoloriti perchè li hai leccati, amore?"

"Li ho leccati perche da qualche parte ho letto che il colorante fa male, cosi mangi cose piu genuine.Comunque non mi fido di una persona che si chiama Miguel, mi sa' di cantante baffuto messicano e sai bene che fine gli faccio fare io ai baffuti messicani. Ora io vengo e conosco questo miguel, cosi la prossima volta..semmai ci sara' una prossima volta, puoi usare direttamente il suo nome.Hum, a proposito. Dove siete?"

A questo punto, lei si sta agitando. E, accigliata, invia un nuovo messaggio.

">.> Stai DAVVERO venendo a controllare la tua donna, Neal Saunders? Pensa bene alla risposta, perchè temo che determinerà la quantità di pompini che ti beccherai questa settimana."

"Non sto venendo a controllare la mia donna, ma vengo a conoscere il tuo amico e...portarti a casa. Accompagnarti a casa."

Kim rimane qualche istante, perplessa, a rimirare la risposta da paraculo che Neal le ha appena rifilato mentre Offa, dietro di lei, si lancia in un facepalm. A questo punto le dita ticchettano più freneticamente sulla tastiera. 

"Ti ho già detto che ti odio, quando provi a prendermi per il culo, e lo sappiamo benissimo che lo stai facendo. E ti ricordo che io, del tuo branco, non conosco nessuno se non Moonie. E per puro caso, tra l'altro. Eppure non ti "accompagno" da nessuna parte. Molto bene. Stiamo al Greyard Pub, quello poco distante da casa, vicino al benzinaio. Ti aspetto qui."

"Allora vengo solo a prenderti perche e' notte ed io non sto' facendo niente, va bene? Non mi va' che MIGUEL ti porti a casa. E poi che cavolo di nome sarebbe MIGUEL?"

"Miguel non mi porta a casa, mi ci porto da sola, visto che sto in bici. E' il suo nome, Neal. Potrebbe dire lo stesso del mio o del tuo nome, Kim è Kim come Miguel è Miguel"

"Tutto bene?" E' proprio Miguel a interrompere quel botta e risposta, facendole sollevare il viso. Kim si concede un sorrisetto tranquillo, nascondendo l'imbarazzo dietro una fila di candidi dentini
"Oh, si! Credo che verrà a prendermi il mio ragazzo. A breve"
"E'...un tipo geloso?"
"Oh no...è che...è buio, io sto in bici e...no. No no, non è geloso. Figurati"

Di nuovo, il cellulare trilla, e lei riabbassa gli occhi. 

"Miguel e' ridicolo, vuoi vedere come lo rimando al confine a calci in culo? E comunque sto' venendo io a prenderti, carico la tua bici sulla jeep ed andiamo al lago io, te e lo scalpo di Miguel <3"

Lei solleva gli occhi al cielo, totalmente esasperata, lasciandosi sfuggire un "oraloammazzo" che fa inarcare un sopracciglio a Miguel, e di nuovo si ritrova  a digitare la risposta impazzita.

"Vuoi vedere come stasera finisce che facciamo a botte io e te?! Ti ho detto che fa parte della mia Coven, ok? Tutto sto casino, non ha senso. Specie dopo gli ultimi giorni. E lo sai benissimo anche tu. 
Va bene, comunque, andiamo al lago. Io, te e la bici. Senza scalpo di Miguel è.é Perchè andiamo al lago, a proposito?"

Dopodichè torna a guardare lo Stregone che ha di fronte, dissimulando il nervoso con un altro sorriso.

"Lui è un pò...particolare, diciamo. Certe volte si concentra su piccolezze, ecco, ma tutto sommato non è cosi...geloso. Ecco diciamo che ci tiene alle sue cose e, delle volte, gli capita di fraintendere ma in linea di massima è..."

Si interrompe, sentendo l'arrivo di una nuova, terrificante risposta. Sospira, riabbassando gli occhi, apprestandosi a leggere l'ultima cazzata di Neal

"Oh si che finiremo per fare a botte, io ti porto al lago perche il lago e' romantico e poi l'ultima volta ti ho sculacciata per bene ;3 Includiamo anche quello nel fare a botte insieme. Giusto? Dai ci fermiamo a comprare il vino, tu lascia stare quel Miguel o mi vedro' costretto ad abbassarlo sotto il metro e dieci con un pugno in testa <3 ( ho fatto il cuore per farti sembrare la cosa piu spiritosa e meno tragica )"

Suo malgrado, lei sente il sorriso ampliarsi, quando legge quella specifica sul cuoricino. Prima che se ne renda conto Kim sta ridendo, una risata assolutamente spensierata, che le fa reclinare la testa indietro e scuotere il petto in singhiozzi sinceramente divertiti. 

"Oddio, scusami. Lui...lui è assolutamente adorabile. Credimi. Ha solo una passione smodata per i Burka. Sul serio"




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03/04 - Casa Saunders

La Strega è stanca. E' stato un fine serata pesante, e adesso è dal proprio lato del letto, intenta a levarsi di dosso la mise tribale - tintinnante e sfarzosa - che ha indossato durante il pomeriggio al MoonGoddess. I gesti sono lenti, leggeri, come se persino lo spogliarsi le desse fastidio in questo momento. Neal si è presentato in negozio, mentre lei era di turno con ChangSun. Ma, contemporaneamente, in negozio si era presentato anche il gemello del coreano, DongSun. La luna crescente, e la natura animale dei due - quella Mannara di Neal e quella da Mutaforma di Dong - li aveva portati presto allo screzio. Erano volati insulti, poi uno sputo ai danni del Lupo, che aveva reagito colpendo il ragazzo. Alla fine Kim era intervenuta, rivelando ai presenti la sua natura, e separando Dong da Neal. Sottili filamenti d'aria azzurrini lo avevano stretto alla vita, sollevando da terra e incastrandolo tra la parete il muro. Poco prima di addormentarlo, con un incantesimo, lui le aveva urlato contro un "brutta troia". Il Lupo, infuriato, gli aveva scagliato contro il telefono del negozio, gridandogli che solo lui poteva chiamarla troia, e solo mentre la scopava. Kim si era vergognata moltissimo, e nel girare il viso a guardarlo i suoi occhi parlavano per lei rivelando quanto si sentisse delusa e in imbarazzo, per quella risposta impulsiva e indelicata. A dispetto dell'aria burbera di lui - che risaputamente quando si incazza non guarda in faccia nessuno - si vedeva che era rimasto molto turbato da quel semplice sguardo. Probabilmente il vederla sofferente lo scombussolava più che il litigarci. Le sfuriate erano qualcosa che sapeva affrontare, gestire, avevano il sapore del combattimento e la lotta faceva parte del suo codice genetico. Gli occhi tristi di Kim, invece, no. Erano una novità appresa recentemente, dopo la faccenda del tradimento, e dolorosamente scavavano nel petto fino a fargli mancare le parole. Si era affrettato a raggiungerla, dopo la dipartita dei gemelli, a tirarsela tra le braccia e a mediare con un'offerta di ciambelle. Lei aveva acconsentito. Adesso, dopo il dolce, erano ritornati a casa. Neal stava seduto dal suo lato del letto e lei gli dava le spalle mentre toglieva via gli ultimi anelli, ripulita da quell'insieme fittizio di strati di tessuto e monili se ne stava deliziosamente nuda sotto ai suoi occhi attenti. Ne osservava la forma flessuosa del corpo, il modo soffuso e caldo in cui rifletteva la luce, soffermandosi su tratti della Strega che non sempre teneva in considerazione. Quanto, ad esempio, fossero sottili i polsi e le caviglie simbolo di una sensualità squisitamente femminile, pregna di delicatezza ma anche indicatori di una costituzione piuttosto esile. E la curva leggera delle spalle, improvvisamente fragili ai suoi occhi, curve come se stessero portando dietro il peso di un mondo intero. In quel momento, Kim, non gli sembrava semplicemente bellissima ma anche incredibilmente delicata. Meravigliosa come una bolla di vetro soffiato, affascinante a vedersi ma da toccare e manipolare con cura, per timore di incrinarla. E sebbene non ne vedesse il viso, dato che c'era la coltre castana - fitta e setosa - dei capelli ad occultargli i lineamenti allo sguardo, lui non poteva fare a meno di rivedere, di fronte, l'occhiata che lei gli aveva rivolto al negozio. Cosi, quando lei si era avvicinata al letto sedendosi lungo la sponda dal proprio lato, attardandosi  qualche minuto più del consueto a girarsi verso di lui - non per ripicca ma in quanto intenta ad esaminarsi la caviglia per verificare che le cicatrici delle vecchie ustioni non avessero lasciato segni - si era d'un tratto sentita afferrare alla vita. La mani di Neal si erano aperte attorno ai suoi fianchi, morse febbrilmente calde che l'attiravano con una certa urgenza al corpo di lui, voltandola verso di sè. Ma non c'era nessun istinto sessuale, celato dietro quei gesti, nessuna voglia da soddisfare. Se non l'irrefrenabile bisogno di stringerla addosso e di baciarla. In quel contatto di labbra il Lupo aveva gettato tutta la tenerezza di cui era capace, tutto l'amore che si sentiva dentro. Se fosse stato in forma animale probabilmente avrebbe uggiolato, e usato la lingua per lenirle le ferite del cuore che rivedeva - come una maledizione - sanguinare in quegli occhi azzurri. Le mani erano risalite a carezzarle il viso, con dolcezza, mentre il bacio continuava e spazzava via ogni disguido, ogni incomprensione. E quando il cuore di Kim aveva ritrovato il battito leggero e spensierato di sempre, lui era sceso col volto finendo col nascondersi il viso tra i suoi seni, chiedendo in silenzio di rimanere semplicemente aggrappati in un abbraccio. E lei, con pazienza, aveva stretto le braccia attorno alle spalle possenti di lui, lasciandogli ascoltare il rumore del proprio cuore senza fare altro se non continuare, dolcemente, a premergli le labbra contro le tempie 



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Lui sa essere tempesta, e sa essere acqua. Riesce a rendermi secche le labbra, cosi tanto che sento la pelle spaccarsi e il sangue defluire via sulle carni martoriate. Mi disidrata, certe volte, esasperandomi tanto che vorrei solo prenderlo a padellate in fronte nella speranza che in quel cervello la ragione penetri più agevolmente. Ma poi...poi lui è Acqua. E' il mio elemento. E come acqua colma la mia sete, l'aridità della mia gola, placa l'arsura dei miei pensieri. Goccia a goccia, gesto dopo gesto, Neal si infiltra in ogni briciola del mio essere e rimedia al male - il più delle volte involontario - che mi fa. Come onda di mare spazza via, dalla riva, i detriti dell'ultima mareggiata. Il cuore torna sgombero, leggero, e in quest'acqua dolce si diluisce tutta la mia amarezza. E a quel punto, c'è vita nuova dentro di me. L'allegria germoglia, solletica la pancia, sboccia prepotente e il suo profumo finisce col drogarmi, distraendomi dai momenti brutti. Lui che è cosi impulsivo, e istintivo, e feroce. Lui che ringhia al mondo, e ulula alla luna. Con me riesce ad essere lieve e impalpabile, come la carezza di certi venti di primavera. Non si può non amare chi cova in sè, e solo con te, questa duplice meravigliosa natura. Mi ha lasciato un messaggio, stamattina, ed io gli ho risposto. Ma in realtà non vedo l'ora che torni, per rispondergli a modo nostro. Bocca a bocca, confondendoci i respiri. Neal incarna, sotto tanti punti di vista, tutti gli Elementi a cui la mia aura è legata. E nonostante delle volte tiri fuori il tatto di un elefante mestruato, nonostante sia geloso di chiunque io ritenga meritevole di ricever parola...rimango sua. E lui rimane mio. 


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"Quando torno a casa ci alleniamo con i cazzotti. Tipo mi devi dare il pugno piu' forte che riesci in faccia. Cosi mi abituo prima che incontri mio padre."

Moriremo. Tutti e due. Lui perchè è un testa di cazzo e non è voluto tornare a ca sa mesi fa, quando gliel'ho detto io. Ed io perchè starò con lui davanti ai suoi, e se suo padre lo picchierà mi verrà la voglia di scaricargli addosso i miei fulmini. Moriremo, sicuro. O farò una grossa figura di merda. E sarà solo colpa sua. Sciocco lupastro, ci farà ammazzare. Ed anche se non lo ammetterò mai con lui...mi sto cagando sotto. Temo di non piacere ai suoi, di deludere Neal facendo qualche stronzata, di inasprire i rapporti con la sua famiglia. Mio dio, che ansia. Ho bisogno di una canna. Magari due. E di tequila. Tanta tequila.
Sciocco uomo, mi farai morire di crepacuore.
Va bene. Mantieni la calma Kim. Jude ha chiaramente detto che tu potrai conquistarli. Sicuro. Userai tutta la tua...la tua...beh, qualsiasi cosa tu abbia di buono, ti farai amare. Certo che si. Forse. No, si. Sicuro.




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