giovedì 17 aprile 2014

Direzione Arizona - Tra tacos e sms




Siamo partiti. Per un viaggio che dovevano fare mesi fa a onor del vero, e che rispetto alla vacanza in Messico ha una priorità del tutto diversa. Non si tratta semplicemente di due persone che stanno insieme e vanno a cazzeggiare in nuovi lidi. Stiamo andando dai suoi. Non li vede fa dieci anni, da quanto era ancora umano...e ci porta me. Che non sono una di loro, e che finché rimarrò sua compagna non gli consentirò di rientrare nel branco d'origine. Praticamente me la sto facendo sotto e lo stomaco continua ad avvolgersi su se stesso come un serpente nella tana. E  mentre attraversiamo il Texas e la polvere lascia il proprio velo abbondante sulla carrozzeria rossa della nostra Jeep ripenso, distrattamente, a tutto ciò che mi sono lasciata dietro. Molte cose, alcune piacevoli altre un pò meno. La mente ritorna al pranzo con Jude e Joseph, al modo straordinario in cui Neal ha fatto amicizia col primo, e omaggiato entrambi dando loro dei sigari. Ripenso ai messaggi che ieri notte ci siamo scambiate con Aria, intenta a raccontarmi del suo primo bacio con un vampiro. In cuor mio, spero che questa volta il "lui" in questione non le spezzi il cuore, perchè giuro che lo impaletto usando il suo pene come arma. Ho lasciato il negozio, con un mucchio di lavoro da smaltire, il tepore rassicurante delle sue pareti di cui ho imparato ad amare ogni scricchiolio, ogni profumo, ogni tintinnio. E poi...ho lasciato una Reverie che si è scavata la fossa nella mia stima con le sue stesse mani. Un coglionetto vigliacco di cui non ricordo il nome, una Melissa che blatera di secondo occasioni con estranei quasi in lei si fosse incarnata la Misericordia...ho lasciato un mucchio di cose, dietro di me, ma adesso non voglio affatto pensarci. Adesso voglio solo guardare avanti, lungo questa strada, e contare i cartelli che separano ciò che sin'ora ho visto e saputo, della famiglia Saunders, da ciò che da adesso saprò

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Casa Saunders - 14/04

Norwood stringe tra le braccia Cassandra, poggiando un bacio tiepido sulla tempia di lei. Sono entrambi nudi, nel letto, ed è una novità la porta chiusa della stanza. Cosi come è una novità la porta chiusa della stanza di Neal. Con lui e Kim dentro. Diciamocelo, tutto questo barricamento d'usci è opera della Mannara, decisamente uno degli esponenti più empatici della famiglia. Nonostante questo è impossibile per chi ha un udito fine come il loro evitare di sentire i gemiti di piacere che provengono da li dentro. Non sembrano eccessivamente scandalizzati comunque, visto che tra l'altro sino a poco fa erano intenti a soffiarsi addosso la stessa identica forma di piacere. Piuttosto sembrano persi nei loro pensieri, dai quali di tanto in tanto si ridestano per renderli partecipi l'uno all'altra in piccoli frammenti di un discorso pacato, leggero come lo scorrere delle mani sui loro corpi, intenti a distribuire carezze li dove sino a poco prima ci sono stati graffi.

"Che te ne pare, Cassie?"
"Ha un buon odore"
"Questo l'ho sentito pure io"
"E sembra confermare in pieno quello che Dakota e Ben hanno detto, no?"
"Si"
"...Ma?"
"Ma...nulla. Mi sembra solo...beh, lei non è una mannara"

Cassandra si solleva un pò dall'abbraccio, in modo da incrociare gli occhi chiari del marito

"Neal ti sembra poco felice?"
"Neal non è mai felice. Non è mai nulla. Non parliamo di queste cose, noi due"
"Capisco...e dimmi, pensi che un'altra donna sarebbe stata meglio, solo perchè mannara?"
"Non lo so. Tu che dici?"
"Dico che non la conosciamo ancora. Non sappiamo niente di lei se non ciò che i sensi ci suggeriscono. Ma l'istinto mi dice che se mio figlio si è fissato sulla sua persona, allora dev'esserci un'ottima ragione di fondo. Se vuole stare con lei, nonostante la diversità di specie, allora dovresti essere orgoglioso del coraggio che sta dimostrando"
"Non iniziare donna, non ho detto che non sono orgoglioso di lui. Solo..."

Cassandra si è spinta in avanti, a tappargli la bocca in un bacio morbido, leggero, che va a scogliere con un sorriso seducente

"Solo. Non è mai voluto rimanere qui. Non puoi pretendere che adesso torni. Hai Ben e Dakota, per il branco. Lui non vuole ereditare niente, vuole costruirsi le cose da sè" - solleva una mano a carezzargli i capelli, con tenerezza, ammirandone i riflessi biondi delle ciocche - "Ma d'altronde, ha già ereditato cosi tanto da te...non ha davvero bisogno di prendersi anche i Desert Dust" - si sistema meglio tra le sue braccia, facendo scivolare la guancia sul suo petto  e sospirando "Non è più un bambino. L'ho lasciato che era un ragazzo, e me lo ritrovo uomo. Uno splendido uomo che...."

Il discorso viene interrotto da un gemere più intenso, un crescendo che ha un culmine ben definito in un ringhiare roco, liberatorio. Lo splendido uomo sta per avere un orgasmo a quanto pare. E Norwood allunga un sorrisetto compiaciuto, stringendo a sè Cassandra

"Oh, hai ragione, tutto suo padre"- esclama, con un certo tono tronfio, pieno di sè prima di rivolgersi direttamente a Kim che ovviamente non può sentirlo - "Su ragazza, dacci dentro. Vediamo se è vero che ti piega ma non ti spezza!"

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"Neal, se un serpente mi morde giuro che..."
"Oh andiamo, vuoi che non mi accorga se un serpente si avvicina a noi due? Ehi aspetta...cos'è quella cosa che striscia sul tuo piede?"
"NEAL!"
"Sto scherzando bambolina. Hai un umorismo orribile,sai?"
"Mi vuoi levare queste manacce dagli occhi!?!"
"Non ancora. Devi fare ancora qualche metro. Ecco. Adesso solleva il viso, cosi, brava. E ora...guarda"
"Gesù..."
"No, amore, noi lo chiamiamo Canyon"
"...è bellissimo!"




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Kim e Cassandra camminano insieme lungo il vialetto di casa. Il clima torrido dell'Arizona non consente alla Mannara di avere uno splendido viale alberato come quelli che tanto spesso si vedono in Louisiana, ma la donna ha piantato qua e la cactus di diverse forme e dimensioni, e qualcuno di essi è persino sbocciato dando vita a bizzarri fiori che sembrano sottili come carta e sono destinati a durare davvero poco. I vestiti di entrambe svolazzano lievi nel vento fresco del mattino. Le temperature si stanno rapidamente alzando, ma il tempo concede loro qualche ora di tregua, dando modo alle donne di camminare senza accusare sete o stordimento. La Strega ha raccontato alla suocera un pò della sua vita. Le ha mostrato la catenina in cui serba la ciocca della nonna, parlato dei viaggi che ha fatto qua e la per il mondo, di come sia divenuta consapevole dei propri poteri e del tipo di vita che conduce adesso, a BonTemps

"Quindi, se ho ben capito...mio figlio è la tua prima storia seria"
"E' il primo uomo da cui non ho voglia di scappare"
"Oh, anche lui era molto rapido a correre, sai?"
"Si. Mi ha parlato un pò del suo passato"
"Ed ha importanza, per te? Che fosse cosi?"
"Ci sono cose del passato di ognuno che reputo importanti. La famiglia, ad esempio. E ci sono cose che reputo meno importanti. Con me si è sempre comportato bene"
"Davvero? Puoi dirmelo, sai. Conosco bene mio figlio, non mi sorprenderebbe se..."
"No, davvero. A costo di essere crudele, è sempre stato sincero, nei miei confronti. E leale. E sebbene non fosse abituato a prendersi cura degli altri, con me l'ha fatto"
"Sei sicura che con il tempo non ti peserà, una vita del genere?"
"Ci sono dei momenti, tipo quando sbrocca perchè non mi trova o mi dimentico il cellulare o mi vedo con qualche membro della mia congrega, che penso a quanto fosse semplice, prima. Questo si"
"In che senso semplice?"
"Nessuno a cui dover spiegare dove vado, con chi vado. Prendevo da sola le mie decisioni, perchè ricadevano solo su di me. Mi muovevo senza troppi crucci senza timore di ferire o deludere qualcuno"
"Adesso non è più cosi?"
"No...è un pò come andare in bici in tandem. Ci sono dei momenti in cui non ci si mette d'accordo sulla pedalata, e si perde un pò l'equilibrio"
"Questo è vero. Neal è molto simile, a suo padre. E so bene quanto sia complicato, delle volte, averci a che fare. Tendono ad essere prepotenti, bruschi nei modi. Diretti, un pò troppo, delle volte. E se tu non hai la loro visione delle cose difficilmente tenderanno ad ammettere che il tuo modo di vedere è migliore del loro"
"Ma è comunque difficile, non amare questo lato imprevedibile di loro. Ti da l'idea che nulla sarà mai noioso, niente sarà scontato. Io so che la coppia non era nei pensieri di Neal, almeno quanto non lo era nei miei. Ed ogni volta che fa qualcosa di..."coppia", io gliene sono realmente grata e apprezzo moltissimo il gesto"
"Hai mai pensato che forse uno stregone sarebbe più adatto a te?"
"No, mai. L'ho conosciuto quando ero già diventata strega, ed  ho capito che non volevo altro dal momento in cui gli ho parlato di uno stregone che ci minacciava, suggerendogli di allontanarsi da me per non finirci in mezzo...e lui mi ha detto che avrebbe preso un'altra pistola"
"E...hai mai pensato che forse una mannara sarebbe più adatta a lui?"
"...Si. L'ho pensato. Tante volte"
"...e?"
"E poi l'ho guardato negli occhi,e ho capito che nonostante i piani e le congetture, la vita fa un pò quello che cazzo gli pare. E che nessuna, davvero, lo amerà mai quanto lo amo io. Ci apparteniamo. Ed è qualcosa che va oltre, la razza"

Cassandra si è fermata vicino a un cactus in boccio, pensierosa, come a riflettere sulle parole di Kim. Il silenzio, per un pò, regna sovrano tra le due donne. Poi è Kim a riprendere la parola, un pò ansiosa

"Gli ho detto che...avrei capito. Se voleva tornare a casa. Quando mi ha spiegato che cos'era, e che regole avevate qui. Che sarei stata uno schifo, ma avrei capito. Non voglio che pensiate che ve l'ho portato via" 

Cassandra si gira a guardarla, stupita. Poi sorride, solleva una mano a farle una carezza 

"Se Neal è com'è, al momento, è anche merito tuo. Non ci hai tolto niente. Forse è lui ad averci portato qualcuno in più" - lo dice con la tenerezza che solo le mamme possono avere, abbassando la voce  e fissando lo sguardo nel suo - "Io leggo negli occhi di mio figlio da quando è venuto al mondo. L'ho amato e l'amerò sempre, oltre ogni logica e razionalità. E in questo momento, io nei suoi occhi leggo solo gioia. Non c'è tristezza, non c'è solitudine, non c'è incomprensione. Vedo solo tanta felicità. E vedo te, riflessa" - la mano di Cassandra scivola e va a carezzare il ventre di Kim, in un contatto delicato e complice - "Un giorno porterai i suoi cuccioli, in grembo. E ho il sospetto che saranno tanti. Ma allora le mie parole avranno un senso tutto nuovo, per te. I padri hanno un ruolo importante, nella famiglia. Ma sono le madri, a cullare i bambini e a dare loro asilo e conforto. Il rapporto che c'è tra loro è  e rimarrà unico. E non sarà la distanza, una nuora diversa o un differente branco a reciderlo" - aggiunge, girandosi verso casa. Il vento ha portato con sè l'odore di Neal, che di fatti se ne sta fermo e sveglio, sull'uscio della porta a guardarle da lontano. Cassandra sorride, intenerita, prima di proseguire il discorso - "Per me avrà sempre le ginocchia sbucciate, il berretto storto e qualche assurdo scherzo da progettare. Sarà sempre il bambino che scivolava con me nel letto, quando c'era il temporale, perchè non voleva che io avessi paura". Le trema un pò la voce, nel vederselo davanti, cosi alto e muscoloso, cosi simile al Norwood di tanti anni prima. L'immagine di lui bambino si sovrappone a quella di lui uomo. Cassandra tende la mano a recuperare il braccio di Kim, prima di girarsi a sussurrarle
"Vieni, è ora di fare colazione. Qualcosa che ti dia energie. Ne hai bisogno, dopo i numeri che avete fatto stanotte"





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Riserva Navajo - 16/04

"Ti faceva strano quando oggi ci davano per una coppia sposata?"

"Hweèsdzáán o in qualsiasi altro modo si pronunci (ho notato che Nastas la ripeteva stesso, e mi guardava, e mi sono fatta spiegare da una donna di qui cosa volesse dire e mi ha spiegato che significa "Sposa") ha un bel suono. Come ha un bel suono Kim Saunders, insomma. Comunque io...no. Non mi fa strano. Cioè si ma non è uno strano brutto. E' uno strano...bello. A te fa strano?"

"A me non fa' strano, sono quasi abituato. Nel senso che ormai tutti ci guardano in uno strano modo, e tutti ci prendono per una coppia di quel genere. Nonostante non siamo barbosi coniugi da staccionata, insomma. Quindi, non so neanche come, credo che..infondo gia lo siamo"

"E la cosa non ti da fastidio? Mesi fa mi hai detto che non eri tipo, da matrimonio" 

"Beh, non ho detto che io lo sia, ho detto che sembra che siamo una coppia seria non ti pare?"

"Ah. Capito. Si, mi pare :3 Torna presto, qui si sono messi a...cantare, e mi pare di stare in uno stupido musical dove non si capisce niente" 

La verità è che non importa. Cosa pensa Jude, parlarne con Joseph. Non importa se Aria mi trova deliziosa con quell'abito. Se Joy pensa che sia stato li apposta per me. E non importa neppure il pensiero dei suoi genitori,  perchè alla fine quello con cui mi dovrei sposare è solo lui. Non contano i nostri amici, non conta la sua famiglia. Ma lui. Ed io certe volte non lo capisco. Un giorno mi dice che Kim Saunders suona bene, l'altro che non è tipo da matrimonio. E tutto questo parlare, parlare, parlare non fa che riempirmi la testa di sciocchezze. Insomma, sarebbe il caso di finirla. E' come se tutti ci tenessero, lui incluso, a farmi dire che voglio qualcosa che non mi è stato neppure proposto. Si, l'abito mi stava benissimo. Sembravo davvero una fottuta sposina e...si faccio tutto quello che una moglie dovrebbe fare ma non sono sua moglie, sono la sua compagna. E la prossima volta che si parlerà di nozze e matrimonio per il solo gusto di farmi arrossire come una verginella stupida e scema farò finta di niente. Era solo un abito. Solo uno stupido abito. E le cose stanno bene così anche se non ci sarà mai una cerimonia. Noi stiamo bene cosi. Ed io non ho voglia di mettermi a sospirare su un rito che non farebbe altro che sottolineare quello che già siamo. E' solo una sciocchezza. Solo un abito. Noi stiamo bene cosi. 



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Riserva Navajo - 17/04

Neal non scherzava quando diceva che l'escursione termica era pazzesca in quei luoghi. Nonostante fossero nell'Hogan e ci fosse il fuoco acceso, nonostante le avessero prestato un paio di pantaloni e una maglia per la notte, nonostante avessero calde stuoie di pelle sotto e confortevoli coperte sopra Kim tremava dal freddo. E teneva il viso all'insù per fissare le stelle dalla finestra della casupola. Il mannaro era uscito un attimo a sistemare qualcosa per la cerimonia del giorno dopo. Si sentiva felice, nonostante il freddo le battesse nelle ossa, e ripensava alla giornata con l'anziano stregone amante dei cheeseburger. Le aveva dato un nome indiano, Numees, che significava Increspatura d'Onda. E il giorno dopo avrebbero sancito questo nome con un rito. La cosa la lusingava e la incuriosiva allo stesso tempo. Nastas, l'Arcistregone, aveva frugato tra i ricordi del proprio passato col suo consenso e aveva espresso il desiderio di parlarle nei giorni a venire. E mentre Kim rifletteva su quanto era successo in un'unica, intensa, giornata, la porta si era riaperta facendo entrare Neal. 

"Ehi...visto? Non ho fatto tardi. Come si dorme a terra?"
"Come sempre direi. Abbiamo un'altra coperta?"
"Si, perchè? Ti fa freddo?"
"Un pò"
"Aspetta"

Le aveva steso la coperta addosso, prima di infilarsi sotto alle coltri anche lui, e tirarsela contro

"Stai tremando"
"No, è che sono contenta di vederti"
"Vieni qui"

Se l'era stretta tra le braccia, con delicatezza, badando che niente di lei rimanesse all'agghiaccio. Il fuoco crepitava, vicino a loro, e fuori si era alzato il vento. Lo sentiva, chiaramente, cosi come sentiva chiaramente il rumore del suo cuore contro il proprio orecchio. A Kim era sembrato che, dal momento in cui Neal se l'era tirata contro, il freddo fosse scappato via vigliaccamente, come quel coglionetto al granaio. E l'ultima cosa pensò prima di chiudere gli occhi, fu quanto fosse fortunata ad avere tutto quel calore per sè.  




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