Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre,
che scendono dalle pendici del Gàlaad.
I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte procedono appaiate,
e nessuna è senza compagna.
Come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca è soffusa di grazia;
come spicchio di melagrana la tua gota
attraverso il tuo velo.
NashVille - Settembre 1996
Leon aveva bussato alla porta del carrozzone, ma era stata Baba ad aprirgli. Il bambino si era subito premurato di levarsi il cappello, davanti alla donna anziana, chiedendo se Kim fosse li dentro.
"Si che è qui. Ma non è dell'umore adatto per giocare, oggi"
"Perchè?"
"Perchè, Leon? Che non lo sai come la tua gente, tuo padre per primo, la trattano? Non sai cosa è successo?"
Il bambino era rimasto zitto ed aveva abbassato la testa. Sapeva benissimo come la trattavano, e sapeva anche cos'era accaduto. Si festeggiava un matrimonio, quel giorno, nella carovana e quando Kim si era avvicinata alla roulotte della sposa per poterla ammirare la famiglia l'aveva scacciata gridandole dietro che portava sfortuna. Lei era corsa a nascondersi tra le coperte colorate del proprio carrozzone, rifiutandosi di piangere come anche di starsene li a rimirare il giorno. Il bambino salì piano i gradini della roulotte e fece segno a Baba di chinarsi, per sussurrarle qualcosa all'orecchio.
Il giorno dopo, aveva portato Kim a fare un giro per i vigneti della piantagione vicina. Si era caricato in spalla uno zainetto, e ad un certo punto si era fermato
"Sai, Kim, ho pensato una cosa"
"Che cosa?"
"Che se vuoi, potrei sposarti io"
"...Eh?"
"Si...ti va?"
"Ma Leon, siamo piccoli!!!"
"Lo so, quando siamo grandi ti sposo davvero"
"Ma noi siamo amici!"
"Senti, femmina, fai un sacco di storie. Io l'ho fatto solo perchè ieri ti hanno cacciato e volevo che facessi la sposa pure tu"
Lei, a quel punto, aveva sorriso. Gli occhi azzurri si erano soffermati a lungo in quelli neri del bambino, e poi aveva sentenziato - <"Se è solo un gioco, allora si può fare"> - battendo le manine, felice ed eccitata. Lui si era inginocchiato, e le aveva infilato al dito l'anello di plastica che sigilla i tappi delle bottigliette da mezzo litro d'acqua. Poi l'aveva portata sotto un albero, drappeggiandole sulle testa un vaporoso tulle che aveva chiesto in prestito alla nonna di lei, e si era persino sprecato a raccogliere qualche fiorellino per farne un mazzetto. Leon aveva fatto da prete e da sposo, e alla fine della cerimonia si era chinato a darle un bacino sulla bocca, che Kim aveva pensato bene di ripulire con il dorso della propria mano. Poi erano andati da Baba, che secondo gli accordi presi dal bambino aveva fatto trovare loro una bella torta, di quelle che piacevano a lei, con mele e cioccolato. Alla piccola sembrava che mai nessuna sposa fosse più bella, e mai nessun matrimonio fosse cosi ben riuscito.
Come la torre di Davide il tuo collo,
costruita a guisa di fortezza.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di prodi.
I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano fra i gigli.
Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò al monte della mirra
e alla collina dell'incenso.
costruita a guisa di fortezza.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di prodi.
I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano fra i gigli.
Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò al monte della mirra
e alla collina dell'incenso.
New Haven - Giugno 1987
La sera prima, Stellan le avevo detto di andare via con lui. Di trasferirsi nel suo appartamento finchè non avesse finito lo stage, e di partire poi insieme per la Svezia. Luminitza ci aveva pensato su tutta la notte, ed alla fine aveva deciso. Avrebbe lasciato Ivan e si sarebbe ricostruita una vita lontano dal dolore che il marito le aveva regalato sino ad allora. Insieme, loro due avrebbero affrontato ogni prova che il destino riservava loro, e finalmente per lei il mondo avrebbe cominciato a girare nel verso giusto, e le canzoni nella sua testa a suonare solo parole di felicità. Era, dunque, con cuore estremamente leggero e felice che si avviava al solito incontro con il ragazzo. Ma di certo non si aspettava che, nell'aprire la porta del proprio appartamento, lui avrebbe l'avrebbe accolta con l'espressione addolorata e tesa di chi reca con sè pessime notizie. L'aveva abbracciata rimanendo a lungo stretto a quel corpicino, più basso del proprio di una ventina buona di centimetri, senza dire una parola. Era stata lei a parlare.
"Che è successo?"
"Io..."
Il telefono aveva suonato, e lui si era scostato dalla zingara facendole segno di attendere, e rifugiandosi nell'altra stanza. Lo sentiva, comunque, gridare attraverso i muri sottili dell'abitazione. La voce virile impastava parole in svedese, che lei ovviamente non comprendeva. Si era, però, avvicinata all'altro capo del telefono ed aveva alzata la cornetta e si sentiva, chiaramente, una voce femminile strillare tra le lacrime. Lei, ancora, non riusciva a realizzare. Solo dopo, la conversazione era cambiata. Ed a parlare, adesso, era un uomo. E in inglese.
"Ma insomma Stellan, si può sapere..."
"Tutto questo è assurdo Thomas, dovresti farlo capire ai tuoi zii che..."
"Ma mettiti nei loro panni! E' una zingara, e sei ricco. Pensano che voglia rubarti soldi e..."
"Ma cosa diamine stai dicendo?! Lei è..."
"E la tua carriera? Sei destinato a grandi cose, davvero vuoi una moglie ladra e ignorante?"
"Non osare"
"Non ti parleranno più, lo sai. Sarai diseredato"
Luminitza iniziava, penosamente, a mettere posto ai propri pensieri in quella litania che aveva già sentito altre volte, in altre occasioni. Quella doveva essere la madre. E quello dall'altra parte il cugino americano che era ospite da loro per una sorta di ricerca. Loro erano ricchi, erano colti, erano potenti. E lei non era niente, se non un ostacolo. Aveva riabbassato la cornetta e riflettuto parecchio su cosa fare, e cosa dire. Quanto fosse in diritto di rovinare la vita dell'unico uomo che davvero l'aveva amata, strappandolo al suo futuro, alla sua famiglia. Quando la telefonata si era conclusa e Stellan era tornato nella stanza, nel voltarsi lei gli aveva rivolto il più affascinante dei propri sorrisi, e si era avvicinata a posare sulle labbra del ragazzo il più dolce dei suoi baci. Tutto questo poco prima di dirgli che la sua vita era li, e che aveva scelto di restare con il marito.
Mentre ritornava all'accampamento, Luminitza non piangeva. Teneva solo il volto chino, preoccupato e triste, tenendo ben nascosti dentro di sè i sentimenti che sentiva scalpitare nel cuore in quel momento. Si era accorta solo successivamente del vociare, abbastanza vicino, di persone in festa che facevano un gran baccano, ed aveva sollevato il viso, incuriosita. Una giovane sposa usciva, fiera e radiosa, dal sagrato di una chiesa tenendo sotto braccio il marito, entrambi accolti da una nutrita schiera di amici e parenti. A lei, in quel momento, era sembrato di morire. Aveva infilato la mano nella borsa, per recuperare un astuccio che, nel riprendere a camminare, aveva avuto cura di gettare nel vicino secchio dell'immondizia. All'interno, uno stick pregno di urine, indicava che il test di gravidanza era positivo. Lei era incinta. Ma Stellan, questo, non l'avrebbe mai saputo.
Quanto sono soavi le tue carezze,
sorella mia, sposa,
quanto più deliziose del vino le tue carezze.
L'odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi.
Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
c'è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano.
Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata.
Phoenix - Aprile 2014
Kim ha i capelli divisi da una riga centrale e raccolti in due lunghe trecce. Indossa un due pezzi in daino, con frange che adornano la scollatura del top e parte della lunga gonna, assieme a monili dai colori vivaci e splendenti che danno alla donna un’aria importante e cerimoniosa. Ai piedi è stata costretta a indossare dei mocassini piuttosto morbidi ed alcuni segni tipici le sono stati applicati sulla parte superiore del corpo attraverso “tempere” naturali. Neal invece è stato rivestito in pelli di cervo, mentre un ‘pettorale’ rigido e robusto con strane decorazioni corona il tutto, assieme ad aculei d’istrice, piume d’aquila e denti d’orso come pendenti, quasi fossero trofei da mostrare di importanza notevole. Segni sulle spalle e sulla parte superiore del colpo sono stati applicati anche a lui, meno fini e dal tratto più evidente rispetto a quelli di Kim, che si è appena ricongiunta al suo compagno una volta terminata la pratica ed uscita dall’Hogan. Solo dopo poco si rende conto che, li fuori, c'è anche la famiglia di Neal. Ed anche loro vestiti piuttosto stranamente. E tutti le sorridono, tra l'altro.
"Bambolina io e te somigliamo a degli indiani almeno quanto i tuoi muffin somigliano a dei Muffin ma..non c’e’ male. Non c’e’ male davvero. Ho avuto o no una bella idea? Sapevo che alla fine ti sarebbe piaciuto.."
"Si. Ascolta...mi spieghi perchè tu stai a torso nudo ed io ho questa..questa coltre di fiamme e fuoco!? E poi perchè se la cerimonia è per il mio nome indiano ti sei vestito come Balla coi Lupi? Tu hai già un nome"
"Per proteggerti dal caldo, hai presente quei babbei sopra i cammelli in africa? Mica se ne vanno in giro nudi nonostante il caldo, li fanno sempre vedere abbardati a triplo strato, mi ricordano molto il mio armadio prima che tu venissi a casa. Un ammasso di strati aggomitolati a casaccio..Quanto cazzo si sta bene con questo pettorale invece.. dovrei andarmene in giro cosi anche a Bontemps, di ossa ne ho quante ne vuoi e per il resto c’e la pelliccia di cervo che conceresti per entrambi. Zero costi e tutto divertimento"
"Mh. Giusto per sapere...cos'è che stiamo qui riuniti a fare, oggi?"
"Beh ci stiamo per sposare.. mi sembrava una cosa carina. Sai quella stronzata della dichiarazione in ginocchio e tutto il resto magari la facciamo dopo ora abbiamo una cerimonia da portare avanti"
"Ah ok, ci stiamo per...CHE CAZZO DICI!?"
Il potere era esploso. Ma niente feriti, niente morti. Solo un'allegra pioggerellina. Ma d'altronde, nozze bagnate, nozze fortunate. Di sicuro è stata una cerimonia particolare, sentita e intensa. Col padre di Neal che distribuiva ceffoni ai figli, intenti a farsi battutine, e Dakota che si prendeva cura di Kim traducendole cosa avveniva, passo dopo passo. Cassandra rimaneva dietro, commossa, aggiungendo anche lei qualcosa al discorso. I polsi di entrambi gli sposi sono stati uniti da un nastro, e durante la cerimonia Nastas, lo Stregone, ha pronunciato le parole secondo l'antico rituale
"Ora che le vostre mani sono legate dal nastro, possiamo procedere a proclamare l’unione dei vostri spiriti attraverso la Natura. Salutiamo la Madre Terra. I corpi d'acqua, i fiumi, i grandi laghi, i torrenti tutti i corpi d'acqua, i nostri pozzi e le nostre sorgenti. Il Creatore ha creato anch'essi. Ha dato vita a quelle acque e dirige l'acqua perché lavori mano nella mano con tutta l'altra Vita che ha posto su questa Terra. Così quando noi beviamo l'acqua ogni giorno, la freschezza di quell'acqua e la estinzione della nostra sete ci portano alla mente la comunanza cui partecipiamo, e così vorrei chiedere che la nostra gente mentre beve quest'acqua oggi, lasci che le menti si uniscano come fossero una sola mente, offrendo il nostro saluto e la sua benedizione"
"Ai Quattro Venti. Essi soffiano notte e giorno. Fanno muovere l'aria e in questo modo sostengono la vita. Sono stati creati dal Creatore perché fossero condivisi da tutta la vita. A questi venti che non sono mai mancati che sono anch'essi ora ostacolati dall'umanità, che non sono più così sani, proprio come noi, che siamo divenuti molto malati; che ancora si sforzano di vivere e compiere i loro doveri. Così chiedo che tutta la gente diriga la propria attenzione allo Spirito e al Potere dei Venti che non si sono mai scostati dalle istruzioni del Creatore di fare il loro dovere a beneficio di tutta al vita. Porgiamo un saluto ai Venti e la loro benedizione. »
"Alla nostra donna Luna, che il Creatore ha posto nel Cielo e che è il capo di tutta la Vita. Il Creatore ha posto nelle sue mani il dovere di guardare che le famiglie degli esseri umani continuino. Quando i nostri bambini nascono e noi li sentiamo piangere per la prima volta, ciò significa che Donna Luna è ancora forte e ancora condivide il suo potere con noi. Le maree dell'oceano salgono e calano, i giardini della Terra producono cibo E così siamo in grado di vivere. Lasciamo dunque che le nostre menti siano Una sola e porgiamo il saluto e il ringraziamento alla luna, la donna capo della Terra che sostiene e da vigore alla prorompenza del lupo, simbolo di potere. Animale feroce ma allo stesso tempo dedito alla protezione della propria famiglia, venerato come una guida e un maestro considerato come un fratello. Che possa proteggere questo nuovo sacro vincolo sotto la benedizione del Grande spirito. »
Poi aveva fatto fumare a entrambi dal Calumet, e prima che sciogliessero loro il nastro Neal si era alzanto in piedi aiutando Kim a fare altrettanto e sollevando l’incrocio delle loro mani in aria, come festeggiamento. Si era sporto verso il suo viso andando a cercare un bacio, non uno di quelli casti e leggeri da cerimonia in Chiesa, ma un bacio sentito, profondo e calcante che ne vuole per piu di un attimo nella ricerca di un intimita’ che gia gli uomini vanno a festeggiare con qualche urlo di gioia.
Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni,
soffia nel mio giardino
si effondano i suoi aromi.
Venga il mio diletto nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.
soffia nel mio giardino
si effondano i suoi aromi.
Venga il mio diletto nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.
Son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa,
e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo;
mangio il mio favo e il mio miele,
bevo il mio vino e il mio latte.
---
Non riesco a smettere di sorridere. E il cuore mi fa cosi male. Si può morire, di gioia? Credo di si. Non riesco a concettualizzare bene come sia successo. Che la sera prima mi dicesse che non si sentiva pronto, per le nozze, e il giorno dopo mi sposasse. So che abbiamo fatto il rito, ed io ero sconvolta, tanto che a momenti colpivo tutti con una palla d'acqua. Stupido marito, che rischia di farmi uccidere le persone. Marito. Ho un marito. Un marito che mi dorme nudo accanto, dentro all'Hogan che ci hanno dato in prestito. Che ha festeggiato con me e la sua famiglia, dopo la cerimonia. Mi ha preso in braccio, per farmi entrare qui dentro, e a un certo punto piangevo e ridevo insieme. E rideva pure lui. Non ci siamo detti nulla. Ci guardavamo con in gola il groppo di chi ha troppe cose da dire, e non vuole farlo con le parole. E poi ci siamo spogliati, e cercati, e mangiati. A terra, tra gli splendidi tappeti che le donne di qui intrecciano, vicino al braciere col fuoco. Ci siamo toccati a lungo, e baciati come se dall'incontro delle nostre bocche dipendesse la nostra stessa vita. E nel sonno, adesso, lui si muove e mugola, mi cerca tirandomi di nuovo a sè. E mi chiama Numees. Ho perso la cognizione del tempo, so solo che se è questo il Paradiso allora io sono morta, e voglio restarci per sempre. E' mio marito. Lui è mio marito. E continuiamo a sorriderci e darci i bacini come due deficienti. Folli, impulsivi, irascibili. E ora anche ebeti. Perdutamente. Innamorati, perdutamente. Ashkill continua a stringermi, ed io continuo a pensare che se preme cosi tanto io piangerò i polmoni dagli occhi. Eppure, allo stesso tempo, io non desidero che smetta. Tra il crepitare del fuoco, il suo sospirare, e lo strusciare dei nostri corpi, io ho finalmente compreso che il matrimonio non è il male, e che è solo un rito come un altro, per suggellare qualcosa che di fatto eravamo anche prima. Di fatto, saremo sempre.
Una famiglia.
Il tuo palato è come vino squisito,
che scorre dritto verso il mio diletto
e fluisce sulle labbra e sui denti!
Io sono per il mio diletto
e la sua brama è verso di me.
Vieni, mio diletto, andiamo nei campi,
passiamo la notte nei villaggi.
Di buon mattino andremo alle vigne;
vedremo se mette gemme la vite,
se sbocciano i fiori,
se fioriscono i melograni:
là ti darò le mie carezze!
Le mandragore mandano profumo;
alle nostre porte c'è ogni specie di frutti squisiti,
freschi e secchi;
mio diletto, li ho serbati per te
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