giovedì 6 marzo 2014

Mai una gioia (o, per lo meno, una gioia che duri tanto)






"Moonie? Ma..la mia Moonie? 
Io vado all'ospedale e voglio andare da solo non te la prendere ma..e' meglio cosi per me adesso. Pero' poi ti dico."


"Si, la tua Moonie. No, tranquillo, capisco. Fammi sapere come sta, o tu o Jos, insomma. Ci vediamo più tardi. La bella notizia era che è morto un altro Vizio. E stavolta per sempre. Superbia non c'è più. Dai un bacio a Moonie da parte mia."


La notizia della morte di Superbia per mano delle Virtù non è stata neppure goduta. Quel "Moonie? Ma...La mia Moonie?" E' stata come una fucilata in pieno petto. E non per questioni di gelosia o possesso, quanto perchè in quelle semplicissime parole avvertivo tutto il suo sgomento, la sua paura. Riuscivo a vedermelo atterrito e incerto, davanti, quasi gli avessero strappato via un sogno. Ed ero stata io a dargli la "bella notizia". Ma intanto, so perfettamente quanto ci tiene a lei, che senso avrebbe avuto tenerglielo nascosto? A prescindere dal fatto che non mi viene facile avere dei segreti con lui, come potevo evitare di dirgli che quella che considera come una sorellina adottiva era in Ospedale? Per cui ecco. Ormai è fatta. In merito all'andare li da solo...beh. Per quanto Neal possa migliorare, col tempo, e ammorbidire certi di lati di sè resta pur sempre un Lupo. Un Lupo particolare. Quando è l'istinto, a prevalere, lui non ha nè compagne e nè amici, nè confidenti e nè porti sicuri. E' schivo, nel mostrare i suoi sentimenti. Persino a me, che di lui ho visto tante cose, tanti diversi lati. Non posso fargli una colpa neppure di questo, visto che si tratta di carattere. Sarebbe come avercela con Gwendolyn perchè arrossisce, o con Jude perchè è gentile. Ed anche se un pò brucia il sentirsi messa di lato, ed un pò dispiace che continui - persino con me - a tirare su una certa maschera quando si tratta di emozioni...lo comprendo. Ne prendo atto, e mi metto da pare. Quando avrà bisogno di me, io gli sarò di fianco. Come sempre. 


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Kim tiene tra le mani una lucertolina. La bambina ha circa otto anni e indossa un vestito rosso, tutto ruches e merletti, mentre  i capelli scuri sono coperti da un fazzolettino bianco, per proteggersi dal sole cocente della campagna estiva. La nonna, poco distante da lei, ha appena finito di raccogliere da terra dei frutti riempiendo un grosso sacco di mele. Non è il loro orto, non è il loro albero, e quelle non sono le loro mele. Ma loro sono zingari e prendono ciò che gli va, quando gli va. Solo, il grido della bambina ha attirato la sua attenzione, per cui la donna ha abbandonato il proprio lavorare per affiancarsi alla figura di spalle di Kim, seduta a terra. Messa cosi pare un piccolo papavero sbocciato, quasi per caso, tra steli verdi e bianche corolle 

"Che succede?"
"E' morta!"
"L'hai uccisa tu?"
"Si...ma non volevo! Volevo solo prenderla per vederla meglio, da vicino. Era cosi bella"
"Non fartene una colpa, sono cose che succedono"
"Cose che...succedono?"

Baba sospira, andando a inginocchiarsi a terra accanto a lei, e poggiandogli una mano sulla spalla. Era giunto il momento di farle un certo discorso, e per certe cose non è mai troppo tardi.

"Adesso, Kim, ti darò una lezione. Una molto importante. Per cui apri bene le orecchie e vedi di non dimenticarla" 

Kim si era limitata ad annuire, e lei aveva continuato

"La vita è ciò che di più prezioso ci viene regalato. Ci è donata senza bisogno che noi diamo nulla in cambio, ed è nostro compito proteggerla e rispettarla ad ogni costo. Ma non la vita di tutti. Devi proteggere e rispettare la tua, prima di tutto. Il mondo, delle volte, è cattivo bambina. E può darsi che tu un giorno incontri gente che voglia farti del male. Picchiarti, violentarti, o anche ucciderti. In questi casi devi difenderti, ad ogni costo e ad ogni prezzo, anche sacrificando vite altrui se necessario"

Nonostante la crudezza del discorso, specie considerato che era fatto ad una bambina e non ad un adulto, la piccola sembrava assolutamente tranquilla e assorta. Era abituata a quel parlare franco e diretto, e sin dalla più tenera età non le era stato nascosto niente riguardo alla morte di sua madre o alla vera natura delle cose. Niente zuccherini, per addolcire pillole amare, e niente occhiali rosa per guardare realtà che sfumavano nei toni del grigio. Baba aveva proseguito

"Essere donna, poi, rende tutto più complicato. Alcuni uomini si credono in diritto di poter disporre di noi come più gli piace. Non permettere mai a nessuno di toccarti senza che sia tu a volerlo. Non sarai tu a cambiare lo scorrere delle cose e non devi prenderti a cuore la vita di tutte le persone che incroci altrimenti, al momento giusto, non sarai in grado di difenderti"
"E...tu nonna?"
"Io?"
"Si...se difendo solo me, non posso difendere anche a te?"
"Ma si...le persone che ami, il tuo mondo, sono un discorso a parte. Ma ricorda di non farti plagiare dai sentimenti, e di tenere sempre alta la concentrazione e la lucidità. Non farti intenerire o spiazzare, in certi attimi non ci si può distrarre. Non c'è da sentirsi in colpa, in tutto questo. E' la legge del più forte, chi vince vive, chi perde muore. Ed io non ti ho tirata su per farti frignare sulla bontà o per vederti morire. Quindi, tornando alla lucertola...capita. Capita che, non volendo, uccidi. Capita che, volendo, uccidi. In ogni caso, non voglio che tu ti senta in colpa, specie per un animaletto. La prossima volta starai più attenta. Ora alzati, ci sono le mele da prendere"

Lei aveva capito. La donna le aveva dato un bacio sullo fronte, rialzandosi, tornando al proprio lavorare. La bambina era rimasta ancora a terra, indecisa. Poi aveva infilato la mano destra nel terricci, spalando via terra e fiori, creando una piccola fossa. Vi aveva deposto dentro la lucertola e prima di ricoprirla con la terra aveva sussurrato

"Scusami. Ti prometto che alle tue sorelle non farò più male. Non sei morta invano."

Poi si era rialzata, ed aveva affiancato la nonna chinandosi a raccogliere i frutti rossi e maturi caduti a terra. Il vento era cambiato, come i loro discorsi

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Dovrei sentirmi in colpa, per aver ucciso una Strega? Ho provato a parlarne con Neal, ma ha liquidato il discorso in fretta. Per lui è una sciocchezza, me l'ha già detto. Ma allora perchè...Gwendolyn piange, Moonie si sconvolge, ed io resto impassibile? So che il piacere che ho provato, nel strapparle via la vita stretta dopo stretta, è dovuto ad Ira. Però mi chiedo se io sia normale. Se sia normale non avvertire rimorso o rimpianto. Se sia normale non sentire il bisogno di piangerci su o di chiedere scusa. Se io sia normale e se sia cosi importante, in fondo, essere normale. La nonna avrebbe detto di non pensarci e di andare avanti. Ed io vado avanti...anche perchè, con chi dovrei parlarne? Neal ha già considerato chiuso il discorso, Joseph temo non approverebbe. Forse Santiago...ma Santiago è Iroso quanto me, per cui è di parte. Non ho nessuno, con cui parlarne. E poi, non c'è neanche tanto da parlare. Una donna è morta, e al suo posto avrei potuto esserci io. Io sono qui, e questo è ciò che conta.

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"Anche se un po' da qualche parte la cosa mi turba. Insomma, a me piacerebbe fare dei bambini con te, ma indubbiamente le cose cambieranno...siamo perfetti, tu sei perfetta con me. Pero' mi piacerebbe. Ma allo stesso tempo ti voglio per me, e ti godro' solo per me fin quando non scapperanno i nostri marmocchi pelosi. Voglio che stiamo a godercela per un po' dopo i vizi, starti attaccato e di assaporarti. Di guardarti e riempirmi di te. Se vorrai potrai smettere di prendere la pillola..e quando succedera' saro' felice di creare una famiglia con te. Lo farei , solo con te"

Kim ha appena finito di leggere l'ultimo messaggio di Neal  quella della buonanotte visto che resta a dormire in Ospedale, e ha poggiato il cellulare sul comodino allungando entrambe le mani a prendere un blister di pillole e una bottiglietta d'acqua già aperta. Sdraiata a letto, la schiena sollevata da due cuscini, preme delicatamente sulla confezione facendo uscire fuori la compressa. Rimane per un pò a guardare quel cerchietto perfettamente rotondo, candido, perdendosi nei suoi pensieri. Lui è un pò turbato, le cose cambieranno, ma sarà felice di avere dei marmocchi. Il succo è questo. E lascia a lei il compito di smettere di prendere quella compressina. Cosa significherebbe avere dei figli adesso? Casino. Un'attività da mettere in piedi da zero, quella di lui, i Vizi da sconfiggere, la famiglia di Neal da conoscere. Non le va di presentarsi da loro dicendo "Salve, sono la donna di vostro figlio e sono incinta. Vi piaccio?". E poi i casini col suo branco. E Moonie in Ospedale. Il cuore perde qualche pulsazione, mentre lei continua a guardare la pillola come fosse una sfera di cristallo, quasi potesse leggerci dentro il proprio futuro. Sospira, lentamente, girando il viso verso il cellulare. Ed alla fine la porta alle labbra, schiude la bocca e manda giù, con un sorso d'acqua. C'è ancora troppo da fare, non è tempo per queste cose. Le loro vite sono piene di paure, caotiche. Non è tempo, per avere dei bambini, e il letto vuoto di stasera pare solo sottolineare la sua tesi. Kim va a  sdraiarsi, togliendo un paio di cuscini e girandosi di fianco a guardare, piuttosto tristemente, la parte vuota del letto. Ma, a sorpresa, Offa si muove. Si plasma, davanti a sè, assumendo i contorni poco definiti di un uomo. Ricalca la sagoma di Neal di profilo, creandosi persino due enormi piedoni. Niente lineamenti, niente sorrisi. Ma è Neal. Un Neal bluastro fatto di Aura palpitante. La strega si sorprende a ridere, allungando una mano a carezzare la guancia - o ciò che dovrebbe esserci a quell'altezza - dell'uomo aureoso 

"Notte BigFoot"

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05/03/2014 - ore 01:40 - Mercy Hospital 

Il bip del macchinario che monitora il cuore di Moonie è l'unico rumore della stanza. Neal è sulla sdraio, e tiene Kim tra le braccia avvolta da una copertina. Parlottano, tra loro, a voce bassa.

"Sei sicuro che non peso troppo e non ti do fastidio?"

 "Forse dovresti pensarci prima di conficcarmi un ginocchio fra le palle. Comunque non pesi. Hai presente? ono piuttosto abituato ad averti abbardicata. Basta che sei comoda. Senno' sposto Moonie e dormi con lei, che ne dici?"

"Ma che sposti che è tutta intubata! E poi scusa, non sono abituata in uno spazio cosi piccolo. E se mi strizzi il culo è normale che le gambe scattano. E comunque a una donna piace sentirsi dire che è snella come un grissino. Voglio dormire abbracciata a te, non con Moonie. Solo non mi andava di farti male. Ti da fastidio l'odore del mio disinfettante alla caviglia?"

"No, non mi da fastidio. Puzza terribimente, come puzza tutto qua dentro, ma ci sto facendo l'abitudine..e poi cosi vicina non e' u problema..si odore sento assolutamente piu forte il tuo..Ecco, stammi appiccicata cosi.." < Neal se la spinge contro con un'ampia palpata> "Non e' romantico? Scommetto che nessuno ti aveva mai fatto dormire in una stanza di terapia intensiva...Tu stai buona, qua con me, io aspettero' che ti addormenti per farlo."

"Sai la cosa buffa? E'...romantico davvero"


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