venerdì 21 marzo 2014

E' Primavera, tra nuove Virtù e Vizi sin troppo vecchi

< Al risveglio Kim trovera' in cucina una ciotola molto grande con delle budella e frattaglie di animali e un biglietto > 

"Ho letto da qualche parte che qualche anno fa' gli stregoni leggevano il futuro nelle budella degli animali, magari se ti alleni molto riesci anche te. Potresti proporlo a Joseph, sai per il negozio. A me piacerebbe. 

PS: Se vedi delle strisciate di sangue per terra e' che continuavano a cadermi per terra, quelle merde sono complicate da abbracciare." 

Vicino alla ciotola c'e' un piccolo vaso con una Rosa, senza alcun biglietto.


<Kim ha messo in una scatolina di polistirolo un budello. Uno di quelli che ha preso Neal. L'ha fissato alla scatola creando la forma di un cuoricino, usando degli spilli. Al centro, col sangue, ha tracciato una "K" e una "N". E poi ha attaccato un post it alla parte interna del coperchio> 


Ho dato un'occhiata alle frattaglie che mi hai preso. C'è scritto che staremo insieme per sempre.

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Il negozio è un cantiere. Un posto pieno di polvere, sporco e ciarpame. Ha bisogno di molti lavori, e quando Neal non da attivamente una mano agli operai se ne sta li a controllare che non facciano casini e che tutto venga eseguito secondo i suoi ordini. Al momento di frenesia iniziale post vincita è seguito un indirizzamento più maturo dei soldi. Insomma, se prima abbiamo sparso i verdoni sul letto e ci siamo rotolati li sopra, in seguito lui li ha impilati per bene ed ha iniziato a prendere contatti per affittare un locale e munirlo di tutto l'occorrente per dare via ad un banco dei pegni. Ed io ho promesso di aiutarlo. Tanto per cambiare, il mio compito al momento consiste nel ripulire mesi di sporco accumulato. Per il bagno ho consumato ben due bottiglie di acido. Ma adesso, li dentro, ci si può mangiare. Insomma, si, sono piuttosto orgogliosa di me. Questo è il periodo delle belle notizie...Neal ha risolto i problemi con il branco rivale. Se le sono date di santa ragione, e ha anche avuto la felice idea di mandarmi una sua foto da sfregiato. Li per li, dimentico sempre che si rigenera. Mi è preso un colpo nel vederlo ferito a quel modo, e se il tipo che l'ha ridotto in quel modo non fosse già morto ci avrei pensato io. Tanto per cambiare, prima che lui partisse per quella missione del cazzo abbiamo litigato. Non voleva portarmi con sè, io dovevo stare a casa a...pulire, e preparargli la cena. Ma dico. Ha una Strega, una fottutissima (in ogni senso) Strega al suo fianco...e no. A lui piace giocare "pulito" quindi niente "trucchetti magici". Se ci penso, sento il sangue rompere i capillari e dilagarmi nel cervello. Quando fa cosi lo prenderei davvero a schiaffi. E, al solito, ci siamo minacciati di morte poco prima di sbatterci contro il bancone della cucina. La cosa più dolce che un uomo ti possa dire, mentre ti prende da dietro e ti tiene stretta a sè, è che tornerà qualsiasi cosa accada, perchè sei sua. Sono sua. Non ho mai amato tanto l'idea di appartenere a qualcuno. Comunque, qualche ora dopo è tornato. Intero. Ed è rimasto con me anche il giorno a seguire, per farsi viziare. Certe volte penso che torni a casa acciaccato apposta, per farsi fare le  coccole. Ma magari mi sbaglio, eh.
Moonie si è ripresa. Sono andata a trovarla qualche giorno fa, e stava in piedi. L'ho aiutata a vestirsi, perchè voleva andare via dal Mercy prima che gli altri si rendessero conto di quanto velocemente si fosse ristabilita. Non so bene cosa le sia successo, ma ho notato che a parlare di certi argomenti, di certi temi, ammutoliva. Non so se ha un compagno, o se lo aveva, ma eviterò di decantare le bellezze della vita di coppia di fronte a lei. Stare con Moonie mi fa capire che non tutti i mannari sono uguali. Insomma, ho usato telecinesi con lei per vestirla, e non mi ha ringhiato come Neal. Era contenta, rideva come se le stessi facendo fare un bel gioco. Ti pareva che l'unico lupo dispotico e spocchioso nei confronti delle arti magiche non fosse il mio. Sciocco Lupastro. Epperò, quando lo vedo dormire accanto a me come adesso, non posso fare a meno di chinarmi a baciarlo. Sciocco Lupastro dispotico e mestruato...quanto sei bello.

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"Spero davvero che tu non mi stia proponendo di fare un incantesimo ad un membro della mia famiglia, nel caso io avessi capito bene ti consiglio di non pensarci piu neanche per scherzo. Ed intendo MAI piu'.
Continuo a ripetertelo, non si risolve tutto con la magia. Non mi rifilare incantesimi ogni volta che io ti parlo di qualcosa per favore. Semmai avro' bisogno dei tuoi trucchi magici te lo chiedero'"

"...Eh si, tu incantesimi non ne hai mica addosso. Quelli sul fianco sono tatuaggi all'hennè fatti giusto per ingannare il tempo tra una scopata e l'altra. Ma d'altronde, tu si che sai come si fa a risolvere "tutto" nella vita, non come noi saltimbanchi che usiamo trucchetti facili per ogni cosa. Torno a lavoro, e se gli operai non l'hanno notato c'è da sistemare anche il solco che hai fatto tu nella parete in fondo a destra per far quella cazzo di cassa. Ricordarglielo. "

"Io ho deciso di lasciarmi il tuo incantesimo. 
Se non lo avessi voluto credimi, a quest'ora non avevo nessun disegno geometrico addosso, stanne pure certa. Per il resto non pensare piu' a fare certa roba ai membri della mia famiglia..come detto nel caso ci sia bisogno di qualche trucchetto te lo faro' presente ma basta cosi." 

"Tranquillo la "tua" famiglia non te la tocco. Grazie per la clemenza, e l'avermi permesso di lasciarti il tatuaggio, che tu mi hai chiesto di fare. Sei davvero caritatevole.Quanto meno stavolta se sbrani qualcuno hai chi ti fa compagnia.

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Non aveva clienti, e il commesso al bancone era intento a servire una signora. Per cui per Kim era stato semplice fuggire in bagno. Non era una frignona, una piagnucolona. Non lo era stata mai, ma da quando aveva scoperto quel secondo elemento, dentro di lei, quell'Acqua cosi irrequieta, simbolo per antonomasia di femminilità, si era ritrovata spesso più lacrimosa del solito. Quella era una di quelle occasioni. Non sapeva bene neppure lei perchè quelle semplicissime frasi la buttassero cosi a terra. Forse era stato il tono possessivo con cui Neal aveva ricalcato che quella era la "sua" famiglia e non quella di lei. O il tono sprezzante con cui ripeteva che la magia era un trucco. Roba da saltimbanchi. Insomma, sciocchezze che non la qualificavano come degna di qualcosa. Forse era Ira ad alterarle la percezione della realtà, o veramente lui si era rivelato poco delicato, poco privo di tatto. Fatto sta che a lei era venuto un gruppo in gola. Una mano invisibile aveva pensato bene di annodarle, amaramente, le corde vocali. E lei aveva fatto appena in tempo a scivolare in bagno, a passarsi le mani davanti alla bocca e a pronunciare semplici parole

"Che il mio dolore resti nel silenzio della mie labbra"

E poi via. La porta si era richiusa, e lei si era appoggiata alla parete. Lacrimoni grossi e caldi avevano fatto la loro comparsa sull'orlo delle ciglia brune, scivolando poi rapidamente lungo gli zigomi della strega. Quando rompi una diga, l'acqua che esce è difficile da arginare. Scappa via, finalmente libera, e non si farà riacciuffare facilmente. E la sua, per quel pomeriggio, era bella che rotta. Tanto valeva lasciarsi andare, approfittando della possibilità di non farsi sentire. Mentre il petto veniva scosso da regolari e frequenti singhiozzi, i suoi lamenti rimanevano silenziosi quasi fosse dentro un film muto, d'altri tempi. Si era lasciata andare, contro la parete, finendo col sedersi a terra accanto alla tazza. Offa la guardava, impotente. Ma alla fine si era plasmata, assumendo la forma di una grande mano azzurrina, e aveva cominciato a carezzare la Strega. Che continuava a piangere, stretta nel confortante tepore delle proprie braccia serrate attorno alle ginocchia. Una volta che lo faceva, tanto valeva farlo bene.

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Sto qui fuori nel buio, a fumare e pensare, da ore. Fa un freddo del cazzo ma non ho voglia di tornare in casa Sembrerà strano, me ne rendo conto, ma quando sei sola, non ti pesa tanto. Non pensi davvero a quanto tu lo sia. Sei troppo concentrata a tirare avanti, per metterti a riflettere sul fatto che tu non abbia qualcuno su cui contare, qualcuno da chiamare mamma, un padre da accudire, fratelli con cui litigare. E' nel trovare la compagnia d'altri, che ti viene in mente di fare il paragone tra la tua esistenza e la loro. E Neal ha ragione, ovviamente. Dakota, Ben...sono i suoi fratelli. Per quanto  possa dirmi che è un pò anche la mia famiglia, è più un modo di dire che il reale stato dei fatti. Non sono neppure della loro stessa razza, figuriamoci se posso considerarmi parte di loro. Persino lui, che giura amore nei miei confronti, appena può prende le distanze dai miei "trucchetti". Figuriamoci loro che sono, alla fine, estranei. Insomma, ancora una volta mi sono sentita cacciata via, spintonata. E lui, come sempre quando gli gira, manifesta insofferenza per la mia natura. Quando Leon mi ha chiamato mostro, mi sono incazzata. Quando Neal fa cosi...sembra che il mondo mi crolli addosso e che mi strappi via il cuore dal petto. Detesto il mio essere cosi pippa. Chissà se io usassi i toni che usa lui, per riferirmi a certe sue caratteristiche, come reagirebbe. Se ci resterebbe male quanto ci resto io, o se ne sbatterebbe. Già in passato gli ho detto che quando fa cosi mi fa soffrire...ma non pare importargliene granchè. Oppure, semplicemente, gliene importa ma non può davvero farne a meno.

Beh...però a me importa d'altro. Importa di sapere chi cazzo è mio padre. Ora che posso risalire alla sua identità, ho davvero intenzione di scoprirlo. E' vero, io e lui non abbiamo ricordi. Non ci lega niente, se non uno spermatozoo e un codice genetico. Ma ho davvero, voglia di vederlo, se non incontrarlo. Sapere cosa fa, chi è, stare ad immaginare come sarebbe cambiata la mia vita se ci fosse stato lui. Sognarci un pò su.
Non mi è mai importato di avere una casa, un cognome, un padre. O forse, era quello che mi ripetevo per tutto il tempo in cui sapevo che, comunque, non avrei potuto ottenere niente. Quando la volpe non arriva all'uva, si dice che è acerba. Ed io non ho fatto altro che dire quanto acerbo fosse, questo pezzo di me che stava chissà dove, con chissà chi.
Un giorno avrò dei bambini, anche se non so ancora bene quando. E a loro andrà meglio. Non so ancora se sarò brava a fare la mamma, ma di certo ci proverò con tutto l'impegno di questo mondo. E avranno un padre...un padre fantastico. Io lo so che Neal sarà davvero bravo, in questo ruolo. Un pò possessivo, forse, ma davvero bravo. Roba che tutti i compagni di scuola andranno a dire ai bambini "ehi, vostro padre è fighissimo, non come il mio". E magari potrei raccontare loro la mia storia, la nostra storia, al posto delle fiabe per la ninna

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 Kim torna a letto. Il biglietto che ha lasciato sul cuscino è stato letto visto che non c'è più, ma Neal le gira le spalle. Forse un pò offeso, forse semplicemente assonnato. Lei scivola sulle lenzuola, silenziosamente, portandosi dietro gli odori della notte, del tabacco, del freddo pungente di fuori. Si accoccola contro la sua schiena, facendo scivolare il braccio in avanti per abbracciarlo e poggiando la fronte contro la sua spina dorsale, ed inizia a sussurrare

"C'era un volta, in un posto dimenticato da Dio e dal Sole, una piccola Strega frignona. Aveva occhi grandi colore del mare, e indole capricciosa. E  poi, nel bosco, c'era un Lupo. Possente e solenne, ringhiava con tutti, tranne che con la piccola Strega. Ed anzi, a lei portava..frattaglie. E ciambelle, e rose. Ed anche se la piccola Strega ignorava quasi del tutto le proprie origini, non poteva fare a meno di sentirsi grata, agli Dei o al Signore, per aver messo sulla sua strada, il lupo cattivo"

Piccola pausa. Neal non si è mosso, ma Kim continua.

"Perchè per quanto il passato la incuriosisse, era il presente a darle la forza di continuare. A farle apprezzare la bellezza della sua vita, a riempirle i giorni di densa gioia, rendendola fiera, donna e bambina allo stesso tempo. La Strega aveva sempre avuto paura di dipendere da qualcuno, ma aveva scoperto che il Lupo non era semplicemente qualcuno. Era l'unica cosa degna di amore e rispetto della sua vita. Nonostante i problemi, e le afflizioni, il Lupo era il punto fermo della propria ruota della vita. E nessuno le avrebbe mai tolto quel punto, neanche il proprio passato. La Strega aveva smesso di appartenersi, ed era nelle mani del Lupo. E questo, non lo si può comandare nè con la forza, nè con la magia" 

Neal taceva ancora, immobile come una roccia. Kim aveva sospirato e si era piegata, a dargli un bacio sulla schiena, poi aveva tolto la presa e gli aveva girato le spalle con calma, abbracciandosi al cuscino. Poco dopo il letto aveva tremato, nel girarsi pesante del mannaro, che poggiata la mano al suo ventre se l'era tirata contro, vicino, e aveva sussurrato al suo orecchio

"Se la piccola Strega esce ancora di notte, vestita solo della felpa del lupo, le prenderà un malanno, e il lupo la sbranerà. Gli dispiacerebbe enormemente, avere una compagna moribonda"

Era stato zitto, e poi aveva girato il viso di lei per lasciarle un bacio morbido, sulle labbra. Se Lussuria premeva, contro il sedere di Kim, il bacio diceva altro. Parlava meglio di Neal, direttamente al cuore della Strega.
E lei era felice, perchè lui aveva capito. Amore, certe volte, agisce in silenzio e sussurra all'anima tra bisbigli soffusi e gemiti bassi.



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