martedì 11 febbraio 2014

Lettere dall'Inferno

Cara nonna,
non so se tu puoi sentirmi, nelle mie preghiere, nè se nel posto dove sei ora ti è concesso parlarmi. Ma io ho davvero bisogno, di sentirti vicina. Questo è un periodo complicato, una fase difficile, di una vita che non sembra rassegnarsi a voler diventare facile, per me. Ed io avrei tanto bisogno dei tuoi consigli, e della tua pazienza, persino dei tuoi rimproveri. 
Vedo Neal soffrire, e non posso fare niente, per aiutarlo. Sino ad ora ha sempre affrontato il Vizio con una certa strafottenza, come se la cosa non lo riguardasse troppo. Ma adesso...giorno dopo giorno, lo vedo farsi più cupo, e stanco, pensieroso.
E' come vedere una quercia, le radici solide ben piantate nel terreno, i rami possenti e ricchi, piena di vita ed emblema della forza...piegarsi, giorno dopo giorno, sotto il soffiare di un vento che non si sa da dove viene nè quando cesserà. Sta perdendo il vigore, e il suo sorriso è sempre meno luminoso, i suoi occhi sempre più stanchi. Non posso fare nulla, per farlo stare meglio, e davvero non so dirti quanto l'impotenza faccia male.
Certe volte il cuore mi si stringe cosi tanto che credo che stia per implodermi, da un momento all'altro. Finchè io non ero contagiata, era tutto più semplice...ma adesso. Dio. Adesso.
Abbiamo litigato cosi tanto, e con una tale intensità, che credo che dopo questi ultimi mesi, se in futuro staremo ancora insieme, non bisticceremo più perchè abbiamo seriamente finito gli argomenti. Non è umanamente possibile, sfuriare oltre.
Eppure io non riesco a smettere di amarlo. Non posso. E' tardi, è troppo tardi per tornare indietro. Per dimenticare la delicatezza delle sue mani, mentre mi stringe per vedere se ho ancora la febbre, o toglie via il vomito dalla bocca dopo la mia trasformazione. Per scordarmi di ogni piccola, deliziosa, premura che tenta di darmi, anche ora che mi trova spesso insopportabile, anche adesso che delle volte lo tratto di merda. Io non pensavo si potesse sentire cosi, qualcuno, sentirselo dentro e proprio quanto si sente proprio un polmone, una gamba, un rene. 
Trovo tremendamente ingiusto, che per il gusto di qualche entità del cazzo, noi non possiamo stare insieme come vorremmo. Trovo crudele, che dopo esserci trovati, tentino di separarci. 
Neal non è il solo, ad essere contagiato. Lentamente, intorno a me, vedo sempre più vittime. Anche Aria, è stata di nuovo colpita...dalla Gola, questa volta.
Significa non poterla abbracciare, non poterla vedere, non poter trovare conforto nella sua compagnia. Di nuovo.
Ho letto ogni singola pagina, di ogni singolo libro. Ho frugato nella biblioteca dei Nash, in quella comunale, nei libri del MoonGoddess. Le mie dita si sono consumate, a furia di sfogliare la carta, ed i miei occhi hanno trovato la stanchezza e l'affanno di chi cerca, inutilmente, una soluzione. Ma niente. Non esiste...niente.
Allora ho provato a fare uscire il demone da me. Ho pensato che potevo barattarmi, che potevo uccidere per lui per rimanere libera. L'ho invocato, esortato. Ma lui non ha risposto. Di nuovo, non avevo niente.
Nonna, cosa devo fare? Cosa posso fare? Continuo a ripetere a Neal e ad Aria che andrà tutto bene, che ce  la faremo, che guariremo. Ma la verità è che mi sento persa, in una notte buia e senza stelle. Non ho una traccia, nè una cartina, o una bussola. E cammino da cosi tanto che i piedi iniziano a sanguinare, ho cosi tanto male alle gambe, che sto considerando l'ipotesi di camminare sulle mani. 
Se tu avessi una soluzione, da suggerirmi, ti prego...fallo. 

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Kim è sdraiata su un letto in legno, che si trova in un prato pieno di margherite. Ha una coperta in puro stile amish, ad avvolgerla, ed è abbracciata stretta a sua nonna. Baba le accarezza i capelli, con gesti leggeri e cadenzati, e per qualche strano prodigio lei sembra farsi sempre più piccola. Il volto ringiovanisce, le forme si assottigliano, mentre lei regredisce nel tempo senza neppure accorgersene.

"Io non posso aiutarti a liberarti dei tuoi problemi, Kim. Ma posso darti conforto, se lo vorrai. Quando i tuoi piedi sanguineranno troppo, e le tue gambe saranno troppo stanche, potrai rifugiarti in questo sogno con me. Ed io medicherò le tue ferite, e ti farò riposare. Ma poi, quando aprirai gli occhi, dovrai alzarti e combattere ancora. Senza di me. Sei grande, ormai, è tempo che tu conduca le tue battaglie"

Kim rimane immobile, incerta se accettare o meno quella triste realtà, ma poi annuisce. E sospira. Baba continua, lei stringe ancora di più le braccia intorno al suo corpo.

"I morti non possono soffrire. La sofferenza che provi, adesso, ti ricorda ogni giorno quanto sei viva. Ti ho sempre insegnato che la vita è una delle cose più preziose al mondo...non voglio che tu ti arrenda, voglio che tieni duro e che faccia tutto quello che puoi per riprendertela"

"...e Neal? Cosa posso fare, con Neal?"

"Per quanto il Male possa sembrarti schiacciante, niente può superare certi amori. Neanche il dolore, neanche la morte. E tu devi ricordarti sempre quanto è intenso quello che senti per lui...sempre, Kim, anche quando penserai che la misura è colma. Anche quando sarà difficile, andare avanti, e ti sembrerà di impazzire. Devi essere fedele al tuo cuore, prima ancora che ai tuoi sensi, e al tuo cervello. Se anche qualcuno tentasse di spingervi via l'uno dall'altra, devi avere fiducia. Voi due vi ritroverete"

Kim si limita ad annuire, il viso affondanto nel vestito a fiori della donna. Adesso ha l'aspetto di una quattordicenne, le forme ancora acerbe, le gambe già lunghe ma decisamente da bambina. Solleva il viso, fresco e giovane, a incrociare gli occhi della nonna 

"Canta per me. Per favore"

E Baba rischiara la voce, intonando una vecchia canzone traveller nella lingua che ha cullato la sua infanzia, e che condisce i ricordi più dolci della sua adolescenza.

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Ha aperto gli occhi, e ha allungato la mano per cercare il corpo di Neal. C'è odore di sangue e terra li in mezzo, come ogni mattina dopo le notti di luna piena. Lui è sporco, di sangue e terra. Ed è sveglio. Pare svegliarsi ogni volta che lei solleva le palpebre, come per una strana magia. Non si dicono niente, non c'è bisogno. Lui se la tira più vicino, la imprigiona tra le sue braccia, poggiandole un bacio tiepido sulla tempia. E lei cerca l'incavo del suo collo, ne reclama l'odore con il naso. Sospirano, entrambi, ognuno per i propri motivi, mentre i battiti si fondono. Petto contro petto, quello morbido e rotondo di Kim contro quello sodo e muscoloso di Neal, i cuori cosi vicini da sfiorarsi. E, in mezzo, la collana di Baba. Quasi volesse, con quella sua presenza, proteggere da lontano i suoi ragazzi. E sussurrare, ad ogni bagliore della pietra "Fidatevi. Andrà bene. Andrà tutto bene".


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