Dicembre '95 - Pennysilvania
"Adesso possiamo, nonna?"
"No"
"...e ora?"
"Neppure"
"...adesso?"
"Kim..."
"...ma nonna!"
"Se li decoriamo adesso si scioglierà tutto. Ancora qualche minuto. Nel frattempo, però, possiamo affettare le arance"
I biscotti di Kim erano orribili. Più che omini di zenzero sembravano sventurate creature, aborti malformi di mostri e sirene, piccoli orrori che nessuno avrebbe mai pensato neppure di mangiare, figuriamoci appenderli su un albero come decorazione. Ma lei era pur sempre una bambina, quello rimaneva Natale, e loro non potevano certo permettersi il lusso di acquistare sciocchezze come addobbi. Quando vivi in un carrozzone, inoltre, lo spazio vitale è quello che è ed occuparlo con ninnoli che sfoggi una sola volta l'anno non è particolarmente furbo. Inoltre, a Baba piaceva che la bambina si desse da fare. Era tremendamente carina con il grembiule che le stava lungo quanto un vestito, i lacci avvolti più e più volte attorno alla sua vita perchè non era della sua misura, le maniche rimboccate e i boccoli raccolti, sporca di farina e miele, mentre impastava con fervore o lasciava colare la glassa sui biscotti già freddi. A Kim, di suo, l'albero sembrava bellissimo. E le piaceva fare quelle cose con la nonna. Le piacevano i racconti intorno al fuoco, all'aperto, e le canzoni che le sussurrava tra i capelli, come fossero una ninna nanna. Era tutto cosi semplice. E tutto cosi felice.
Dicembre '00 - West Virginia
"Ecco fatto...a che ti serve il fuoco?"
"A niente. Avevo solo freddo"
"E quella cos'è?"
"Non è niente. Piuttosto, hai preso quelle luci per me? Sennò vado io al negozio..."
Kim ha dodici anni. Sta accanto a Leon, che ha acceso per lei un piccolo fuoco dentro un bidone, e si scosta dal ragazzino solo per fare scivolare una busta tra le fiamme. Lui la guarda ma non dice niente, continuando a fumare la sigaretta che poi le passa. Le dita sottili di lei si intrecciano al filtrino, mentre aspira una boccata. Ma gli occhi, seriosi, rimangono fermi sulla busta che si contorce sotto le fiamme, diventa nera al passaggio di lingue rosse che strisciano, come serpenti, divorando la carta millimetro dopo millimetro.
"Caro papà. Oggi ho sentito dire da una donna, al centro commerciale, che se si pensa intensamente a qualcuno, gli si scrive una lettera e la si brucia il fumo correrà verso di lui, e lui sarà in grado di trovarti. Insomma, lei ne parlava per Babbo Natale. Ma insomma, io credo che se funziona con lui potrebbe funzionare anche con te. Per cui ecco. Ti scrivo. Non voglio soldi da te, non voglio neanche che mi vieni a prendere. Sto bene con la nonna e con Lèon, che sarebbe un mio amico...sai, penso che lui voglia sposarmi un giorno, ma io non ne ho voglia. Comunque, non so neppure se sai di me. Io sono Kim, ho dodici anni e voglio conoscerti. Voglio solo vedere se è vero, come pensa la nonna, che ho i tuoi occhi. Gli zigomi no, sono di mamma. E pure la bocca. E poi vorrei parlarti, ma solo per un pò. Magari ci prendiamo una cioccolata calda e mi racconti di te, e di come hai conosciuto la mamma. La mamma non c'è più...ma da tanto, e non mi va di parlartene per lettera. Comunque, papà, io starò qui per altri cinque mesi. Quindi, se riesci a trovarmi prima di allora bene...altrimenti ti scriverò un'altra lettera nel prossimo stato che visiteremo. Noi siamo zingari, lo sai, non stiamo in un posto solo. Tu cosa sei, papà? Ripeto...non voglio soldi, non voglio regali. Voglio soltanto parlare un pò con te. Vieni.
Kim"
Dicembre '07 - Oregon
"Cazzo, è bellissimo!"
"Kim, queste parole..."
"Nonna, guarda cosa mi ha regalato Lèon!"
"Buonasera Baba"
"Accomodati ragazzo...tua moglie sta bene? I bambini?"
"Stanno tutti bene. Ho un pensiero anche per lei..."
"Grazie! Siediti, ti do un bicchiere di chai caldo...Kim, scartalo tu il mio regalo"
"Ecco qui...oh, uno scialle! E' bellissimo anche questo! Grazie Lèon!"
Kim rimirava compiaciuta il proprio braccialetto. Era pieno zeppo di sonagli e ciondoli, e faceva un sacco di rumore al minimo movimento. Lo zingaro le aveva detto che l'aveva preso proprio per questo, perchè aveva trovato qualcosa di chiassoso e rumoroso almeno quanto lei, e pensava stessero bene insieme. Sdraiata nel suo letto, la penombra nella stanza interrotta dalle lucine intermittenti che avevano messo all'esterno del carrozzone, teneva il sinistro ripiegato tra la testa e il cuscino, e il destro sollevato facendo roteare il polso. Si sentiva fortunata, molto più di qualsiasi altra ragazza avesse mai incontrato. Sorrideva, a quel tintinnio gentile, continuando a muovere il polso sottile con la grazia di una danzatrice e il candore di una bambina
Dicembre '11 - Parigi
Se ne stava seduta a terra, e a separarla dal pavimento della stazione c'era solo un cartone sottile. Aveva il braccio destro ingessato, e le faceva un male cane. Un vecchio plaid, drappeggiato sulle gambe, e l'espressione attenta di chi cerca di mangiare giù un doppio cheeseburger usando una mano che non è abituata a sfruttare in situazioni normali. Si era avvicinata una bambina, a darle una moneta, ma lei aveva fatto cenno di no, con la testa. Assolutamente, l'elemosina non è nel suo stile. Gira la testa nel sentire scivolare accanto a sè qualcuno, ed amplia il sorriso nel vedere che si tratta di Manon. Una barbona piuttosto anziana, piuttosto sporca, ma anche piuttosto simpatica
"Ce la fai? Vuoi che ti spezzi il pane?"
" Si, ce la faccio...tu hai cenato?"
"Oh si, alla Caritas...e guarda, ti ho portato questo"
"Che cos'è?"
"Qui lo chiamiamo Bouche de Noel...vedi? Assomiglia a un ciocco di legno, ma è dolce"
"E dove lo hai preso?"
"Al supermercato"
"E perchè?"
"Perchè non è Natale senza un dolce..."
"Ah...oggi è Natale?"
"Si"
"Va bene...tagliamene un pezzo. Auguri Manon"
"Auguri Kim"
Dicembre '13 - BonTemps
Ho fatto regali di Natale. Erano anni, che non ne facevo. Ho comprato, e rubato, cose per persone importanti della mia vita. E ho un albero. E' il mio primo Natale con un uomo, con Neal, ed abbiamo un albero. Gigantesco, fuori casa, è pieno di luci e l'abbiamo fatto insieme. Lui districava i fili ed io li sistemavo con la magia. Ho appeso le calze in casa, ma a lui non piacciono molto queste tradizioni, per cui la sua l'ho presa cinque volte più grande della mia, e l'ho riempita di cose buone. E' stato gentile ad assecondarmi, per rendermi felice, penso che si meriti una ricompensa. E' il primo Natale in una casa dopo anni, una casa dove c'è qualcuno che mi ama e non sono un'estranea. Ho fatto i biscotti, e mi sono usciti come sempre orribili, ed ho modellato il polpettone, la ricetta è del libro di Aislyn, a forma di tonno cosi tecnicamente mangiamo pesce, ma lui ha la sua amata carne. E abbiamo fatto l'amore, in ogni punto della casa, perchè gli è ritornato il vizio. Ma finchè sta con me, il vizio mi sta bene. Lui mi fa stare, dannatamente, bene.
Ho ricevuto anche io dei regali. La collanina, da parte di Aislyn, che ha per pendente uno splendido pavone multicolore, un ipod da Joy...e un libro di poesie, da una cliente del MoonGoddess. Di Neruda. Ce n'è una, che mi ricorda tanto me e Neal. Una che mi fa tremare i polsi, da quanto mi piace.
Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.
T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
Si, è vero. Noi stiamo così vicino, che la mia mano, sul suo petto, è la sua. Cosi vicino che si chiudono i miei occhi, col suo sonno. Cosi vicino che non sono, non è, ma siamo.
Non ho più mia nonna, non ho una madre, non so chi sia mio padre. Ma ho tanti amici. Ho Aislyn, e Santiago...Melissa, Gwen. Ho un lavoro, e colleghi a cui mi sto affezionando. Ho una casa, un mio posto nel mondo. Ed ho Neal. Questo è il dono più grande di tutti...ho Neal. Ho una famiglia.
Avendo tutto questo, per me Natale è un pò tutti i giorni.
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