Ore 04:00
E' la pioggia, a svegliarmi. Nella penombra della stanza giro il viso e allungo la mano a cercare Neal, ad assicurarmi che non mi sia immaginata tutto, come facevo col cibo nei momenti di fame. I primi tempi da sola, ero perennemente a stomaco vuoto...e sognavo di riempirmi, di mangiare piatti deliziosi, a piene mani, finchè non ero sazia. Ma, al mio risveglio, non c'era più niente. Solo la fame, solo la strada, solo io.
Stavolta no. Lui è qui, o meglio io sono qui.
La gente sfilava via, i treni arrivavano e ripartivano, e noi giocavamo sebbene il mio pensiero fosse altrove, lontano. Per inciso, il pensiero in questione si è materializzato li in serata, mi ha ridato il cellulare e mi si è seduto accanto. Ed ha parlato.
"Vieni a casa con me?"
"No, perchè non voglio soffocarti. Ci vediamo quando ci va, ma a casa tua non dormo più. Per cui, se vuoi che io venga a cenare li...bene. Se vuoi che venga a farci altro, bene anche...ma quando abbiamo finito, mi devi riaccompagnare qui"
"Non hai capito proprio un cazzo, il punto e’ che non dovrebbe neanche piu sorprendermi!" dopodichè si è girato verso Joe "Ha una coppia di fanti, un tre di denari ed un asso di bastoni che gli ficcherei volentierissimo in culo"
Quanto mi sta sul cazzo, quando fa cosi. Quando fa il despota, quando mi sfotte, quando mi fa ripicche da bambino. Abbiamo litigato, ci siamo fronteggiati e se fosse stato un altro ci saremmo presi a pugni, se fossi stata un'altra tutto quello che mi ha detto mi sarebbe scivolato via, addosso.
Che mi importa, se pensa che lo tampino?
Se pensa che faccio la detective con lei?
Se anche un giorno dovesse innamorarsi, di lei, che mi importa?
Mi importa. Cazzo.
Non sono abituata a sentirmi cosi disperata all'idea che un uomo con cui scopo vada con altre. Il punto è che lui non è solo un uomo che mi scopo. E' il primo a cui penso se sto per morire...cosa che, francamente, ultimamente è accaduta piuttosto spesso. E' la persona che viene a prendermi dai Nash, mi compra le ciambelle per consolarmi, mi porta in braccio a letto perchè mi sono addormentata in auto e mi spoglia, mi mette la sua felpa come pigiama.
Tutto questo è terribilmente spaventoso.
Tutto questo è fottutamente nuovo.
Tutto questo è, sorprendentemente, bellissimo.
Che poi, noi due, siamo come certi temporali estivi. Tuoni, fulmini e tempeste...per pochissimo, dopodichè torna il sereno. Parliamo meglio con i gesti, coi silenzi, che con queste cazzo di parole. Un minuto prima gridavamo nella sala d'attesa, ci insultavamo faccia contro faccia. Un minuto dopo mi spingeva contro il muro, fuori dalla stazione, e cercava la mia bocca con la stessa urgenza con cui io volevo la sua. Le parole non servono, davvero, ci basta sentirci cosi, ci basta guardarci. Anche se, delle volte, ciò che dice sa spezzare il fiato, e fa venire le gambe molli, e riduce in pappa il cuore. Mi ritrovo a dire svenevolezze da liceale di cui mi vergogno, profondamente, solo dopo. Quando ormai sono state pronunciate, per intenderci.
"Secondo me e’ meglio se ci sbrighiamo si sta sollevando il vento..e ne sta venendo giu’ quanto Dio ne manda.."
"Sciocco...sono io, il tuo vento"
Com'è che funziona, un rapporto? Com'è che inizia, una storia? Non lo so. So che mi piace da matti cucinare per lui. Mi rende felice, e ho l'ansia di fare bella figura, ma è un'ansia quasi piacevole, adrenalinica. E mi piace cenare con lui, senza stronzate in giro per il tavolo, solo i piatti, il vino e le posate. Gli ho detto di Maya, dell'offerta di rimanere da lei. Gli ho chiesto il suo parere, e cosa ne pensava. Ma sono stata furba, stavolta, e l'ho abbracciato. Non volevo si incazzasse di nuovo, sbraitasse ancora, e gli ho raccontato tutto carezzandolo, guardandolo negli occhi. Finchè, alla fine, non è successo.
"Però...se tu mi vuoi, posso abitare qui, con te. Finchè non ho la roulotte, chiaro. Tengo pulito, non rompo quasi niente e cucino. Le cose che so fare. Ma posso imparare altro, Aislyn mi darà lezioni...Ma se non vuoi va bene lo stesso...troveremo una soluzione. Senti, pur di stare con te io da Maya andrei a piedi, per studiare, va bene? Però non voglio obbligarti, lo so che è casa tua, non vuoi gente, non vuoi casino, è solo finchè non ho la roulotte...Mi...mi tieni, con te?"
"Tu non sei il mio vento, sei la mia aria. Dovresti starmi vicino"
"Dovrei, si"
La pioggia batte ancora sul vetro, ticchetta piano. La notte dell'attacco ad Enoch mi sono svegliata di colpo, e c'era Neal accanto a me. E l'ho svegliato per farci l'amore, perchè avevo bisogno di sentire che ero viva, di sentirlo dentro e sapere che era andato tutto bene. Che era tutto finito...e che stava iniziando altro. Stanotte non ho voglia, di svegliarlo, voglio stare qui a guardarlo dormire. Vorrei incantarmi gli occhi affinchè il sonno non li facesse chiudere mai, e possa rimanere cosi per tutta la notte. A riempirmi lo sguardo dei suoi lineamenti, del modo in cui respira, in cui di tanto in tanto aggrotta la fronte come infastidito.
Sciocco uomo collerico, scommetto che stai facendo a cazzotti anche li, nei tuoi sogni.
Questo letto è un campo di battaglia. Non siamo abituati, a dormire con qualcuno, ed allora un pò ci allontaniamo scalciando...un pò, però, ci cerchiamo. Ci arraffiamo nel sonno, finchè non siamo di nuovo abbracciati, finchè le labbra non si incrociano di nuovo in un bacio tenero, delicato.
Certi baci, invece, diventano talmente umidi e spinti che ci svegliano. Bocca contro bocca, ci guardiamo negli occhi. Anche li, non serve parlare, le nostre mani fanno già da sole ciò che serve.
...Delle volte, penso che le mie mutande si sfilino in automatico appena mi guarda in un certo modo. Sul serio.
Io non so cosa sarò domani, cosa saremo domani, cosa siamo oggi. Ma so che qualsiasi cosa sia, è meraviglioso. So che nessuno mi hai mai fatto sentire cosi voluta, amata, scopata, protetta...felice.
La mia felicità ha i capelli biondi, e gli occhi azzurri.
La mia felicità ha scarpe che stenderebbero un Negromante per la puzza.
La mia felicità mi azzanna quando litighiamo, e mi morde quando viene a letto con me.
La mia felicità è talmente tanta che delle volte ho paura che il cuore trabocchi.
Neal è tutta la mia felicità.
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ore 06:00
Il temporale s'è fatto più forte, più violento. Nel sonno, Kim geme e si stringe al cuscino, dopo l'ennesimo tuono. Non è sveglia, ma non dorme neanche benissimo, è in quel limbo grigio che sta a metà tra l'uno e l'altro stato. I ricordi proiettano nei suoi sogni frammenti dell'inverno trascorso a Parigi, del freddo di quelle nottate. Piove fuori, e piove anche nella sua mente, lei si inzuppa sempre di più, ha freddo e si sente sola e smarrita. Finchè non avverte la mano di Neal, sul proprio ventre, aprirsi come un fiore e tirarla a sè. La trascina nel letto, finchè la sua schiena non incontra il petto di lui. Kim tiene ancora gli occhi chiusi, confusa, geme di nuovo, agitata. Lui le bacia il collo, il punto tenero di pelle appena sotto l'orecchio, la tempia senza nessuna fretta, con delicatezza. Poi le gira il viso, verso il proprio, e a quel punto lei schiude appena gli occhi, mentre il profumo di Neal le inonda le radici, le risveglia i sensi. La bacia sulle labbra ancora più piano, teneramente, e nel frattempo parla
"Shhhh....va tutto bene. E' solo la pioggia. Va tutto bene. Dormi ora. Ci sono io"
Si, ha ragione.
Quella la fuori è solo pioggia, questo qui dentro è, solamente, amore.
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